Ancora un’esplosione di gas, ancora una casa che crolla, ancora vite spezzate. La tragedia avvenuta venerdì sera tra i boschi di Molazzana, riporta drammaticamente alla mente i due precedenti più vicini nel tempo, ferite ancora aperte in città e in provincia. Quella di Torre e quella di Montecarlo. Il 27 ottobre 2022, con la città in pieno fermento per i Comics, intorno alle 15 un forte boato interrompe bruscamente la tranquillità della piccola frazione di Torre. La forte puzza di gas, poi la deflagrazione. La villetta bifamiliare, abitata da una giovane coppia in dolce attesa e da padre, madre e figlia, viene distrutta e con essa la vita di tre persone e di chi ancora oggi le piange. Sotto le macerie, dopo ore di intervento dei vigili del fuoco, vengono ritrovati i corpi di Luca Franceschi, 69 anni e della compagna Lyudmyla Perets di 44. La terza vittima, la 26enne Debora Pierini, viene estratta viva, con il corpo coperto da gravi ustioni. Incinta di 8 mesi, riesce a dare alla luce il piccolo Dante, grazie a un cesareo di emergenza. Morirà due settimane dopo.
Passano sei mesi e la storia si ripete. È il 15 aprile 2023, sono le 11.30 di un sabato mattina, quando l’ala sinistra di una casa colonica su due piani, in via Traversa del Marginone, a Montecarlo, viene ridotta in macerie. Qui le vittime saranno due, marito e moglie. L’inquilino del piano di sopra, Simone Cerchiai, viene estratto quasi subito, è ferito, ma vivo. Francesca Donatini, 71 anni, riemerge dai detriti poco prima delle 18. Le sue condizioni, però, non promettono niente di buono. Morirà dopo dieci giorni di agonia. Il marito, Luciano Lazzerini di 70 anni, viene estratto morto quella stessa sera. Ferite aperte, dicevamo, ma soprattutto inchieste ancora aperte e molte domande per il momento senza risposta.
Teresa Scarcella