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Gaetano Flaviano, dirigente scolastico in un istituto empolese
Signa (Firenze), 20 febbraio 2025 – "Organizzazione del pronto soccorso di Torregalli: bocciato". Il voto del dottor Gaetano Gianfranco Flaviano nei confronti dell’assistenza ricevuta all’ospedale San Giovanni di Dio è una insufficienza grave. Usa parametri scolastici per raccontare l’esperienza vissuta da sua madre pochi giorni fa nel dipartimento di emergenza e urgenza dell’ospedale alle porte di Scandicci. Un’abitudine per lui, dopo quasi vent’anni da dirigente scolastico dell’istituto superiore Enrico Fermi di Empoli.
Con la sua famiglia vive a Signa e con loro abita anche la mamma, di 94 anni e con un decadimento cognitivo. "Martedì scorso intorno alle 9 è caduta. Abbiamo capito subito che si era fatta qualcosa di grave" racconta il preside. La donna è stata accompagnata al vicino ospedale di Torregalli. "E’ arrivata pochi minuti dopo l’incidente, ma c’è rimasta oltre il dovuto" riferisce il figlio: ben trenta ore su una barella. "Alle 17 di martedì ci hanno dato la diagnosi: frattura del femore. Ma ci sono volute altre 24 ore per trovarle un posto in reparto, dove è stata trasferita alle 5 del pomeriggio di mercoledì".
Poco dopo essere finalmente arrivata in chirurgia d’urgenza, l’anziana signora è stata portata in sala operatoria per la sistemazione del femore. "Tutte quelle ore passate su una barella al pronto soccorso sono state per lei un supplizio – riferisce il dottor Flaviano -, sia per il dolore e le condizioni fisiche in cui si trovava, sia per la sua situazione cognitiva: era completamente disorientata. Ho insistito così tanto che sono riuscito a entrare e stare al suo fianco per due volte, ma tante altre persone meno assertive di me non sono state altrettanto fortunate". A ogni sua lamentela del protrarsi della permanenza della madre su una barella, "mi rispondevano che non c’era un posto per lei in nessun reparto. Solo dopo 30 ore si è liberato".
Flaviano non se la prende con il personale medico e sanitario: "Hanno fatto il loro dovere", quanto con la dirigenza dell’ospedale e "una carenza organizzativa grave. Dovrebbe avere la capacità di rispondere ai bisogni dei pazienti, in particolare di quelli fragili, da tutelare". E torna a fare un paragone scolastico: "In vent’anni da dirigente, la mia scuola funziona perché mi faccio carico di tutte le problematiche, cerchiamo soluzioni alle eventuali mancanze del sistema. E si parla di didattica. In un ospedale c’è in gioco la vita delle persone: il sistema sanitario dovrebbe dare risposte diverse, soprattutto nel pronto soccorso".
Promosso il personale sanitario, bocciata la dirigenza, dice il preside. La Asl al momento non ha mandato una replica sul caso della signora che ha atteso più o meno sei ore per avere una diagnosi e altre 24 per riuscire ad essere trasferita nel reparto di degenza.