
L’avvocata Filomena Gallo
Firenze, 11 febbraio 2025 – “Sarebbe bello se questa diventasse la legge di Gloria. Che voleva il suicidio assistito ed è morta, domenica scorsa, in sedazione palliativa profonda”. A dirlo ieri, fuori dal Palazzo del Pegaso, al cui interno è andata avanti per tutto il pomeriggio la discussione sul suicidio medicalmente assistito, l’avvocata Filomena Gallo – segretaria nazionale dell’associazione Coscioni – che ha supportato la paziente insieme al team legale dell’associazione Coscioni.
Gloria, una donna fiorentina di 70 anni, con una carriera alle spalle nel mondo della comunicazione e della moda, era affetta da broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), patologia che la costringeva a vivere attaccata all’ossigeno. A fine 2023, di fronte al peggioramento della sua condizione, aveva scritto all’Associazione Coscioni per chiedere informazioni sul suicidio assistito in Svizzera. Le era stato spiegato che avrebbe potuto seguire una strada analoga in Italia, grazie alla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale.
“Sulla base di queste informazioni – ha spiegato l’avvocata Gallo - nel febbraio 2024, Gloria aveva avviato presso la Usl Toscana Centro il percorso per ottenere l’accesso al suicidio medicalmente assistito. La commissione medica multidisciplinare, a marzo 2024, aveva accertato che possedeva tutti i requisiti previsti dalla Corte costituzionale. Tuttavia, nella relazione finale non erano stati indicati il farmaco letale, il dosaggio e la metodica di auto-somministrazione. Il 10 giugno era quindi stata inviata alla Usl una lettera di messa in mora e diffida per chiedere la conclusione della procedura. A cinque mesi dalla richiesta era stato approvato il protocollo medico, ma non la fornitura dei farmaci e materiali”.
Gloria, con la sua difesa legale, aveva dunque presentato un ricorso d’urgenza al Tribunale di Firenze per chiedere l’erogazione del farmaco e la strumentazione necessaria all’auto-somministrazione. “Purtroppo – ha spiegato l’avvocata - il Tribunale ha valutato il caso focalizzando l’attenzione sulle possibilità economiche di Gloria e concludendo che potesse acquistare i farmaci in autonomia. Ma il problema non era il costo, quando la non disponibilità di quei farmaci nelle farmacie, trattandosi di prodotti ospedalieri. Abbiamo presentato un reclamo e l’iter era ancora in corso”.
Nel frattempo però le condizioni di salute di Gloria sono peggiorate. “L’ho sentita a telefono l’ultima volta mercoledì – ha spiegato ancora l’avvocata -. È riuscita a dirmi poche parole; poi abbiamo proseguito la conversazione via messaggio. Voleva notizie sui farmaci, ma le ho detto che avremmo ancora dovuto aspettare. Sabato mattina il suo medico mi ha avvisato di aver iniziato la sedazione profonda. Gloria desiderava essere presente e consapevole fino agli ultimi istanti di vita, ma aveva dato l’assenso alla sedazione in caso di un grave peggioramento. Peggioramento che purtroppo c’è stato.
Domenica mi hanno detto che era morta, e il dolore è stato doppio: per la sua perdita e per non essere riuscita a rispettare la volontà di una donna che era l’immagine stessa della libertà. La speranza è che questa legge le possa esserle dedicata e che si possa dare risposta presto anche a un’altra donna di 54 anni, affetta da sclerosi multipla primariamente progressiva, che ha fatto richiesta alla Usl Toscana Nord Ovest e, dopo un iter non semplice, ha ricevuto parere favorevole, ma non il farmaco. In altre regioni le aziende sanitarie lo hanno erogato e il malato ha potuto auto somministrarselo. Ma qui in Toscana abbiamo assistito a due dinieghi”.