Indotto Gucci, arrivano i contratti di solidarietà per Gt, Gpa e Garpe. Le tre aziende sono al vertice della filiera produttiva della griffe. In tutto un migliaio di lavoratori alla Gt di Scandicci, Gpa di Figline Valdarno e Garpe di Piancastagnaio, aziende interamente di proprietà della griffe.
La trattativa sta avvenendo nel massimo riserbo. Un anno di solidarietà, con volumi di lavoro che in base alla norma subiranno una riduzione fino all’80% ripartiti in trimestri o semestri adeguati alle necessità produttive.
Di fronte alla contrazione dei volumi che sta investendo l’intero settore moda, Gucci, già dallo scorso anno con l’adesione al Protocollo di Filiera sottoscritto tra le parti sociali, ha articolato la sua attività bilanciamento dei volumi produttivi.
I contratti di solidarietà, sono stati illustrati ai lavoratori nelle scorse settimane durante partecipate assemblee sindacali. Si tratta di strumenti che secondo azienda e sindacati consentono di gestire la riduzione temporanea del volume di lavoro in modo flessibile, adattandosi alle reali esigenze operative.
"Oltre le tecnicalità del contratto di solidarietà – ha detto il segretario regionale della Filctem Cgil, Massimo Bollini – l’obiettivo è quello del mantenimento dei posti di lavoro. Di fronte al calo di volumi le aziende hanno la possibilità di attivare questo tipo di sostegno all’occupazione. Il nostro auspicio è che nel contempo possano partecipare attivamente al rilancio del distretto e ci aiutino a governare la trasformazione".
Se l’obiettivo è salvaguardare la filiera, invece di ridurre gli ordini, il ricorso all’utilizzo degli ammortizzatori sociali punta a salvaguardare, quanto più possibile, una continuità produttiva all’interno della catena di fornitura. Sono giorni di profonda trasformazione per il brand della doppia G, che ha chiuso anche la collaborazione con il direttore creativo Sabato De Sarno, tanto che la sfilata Autunno-Inverno 2025 che si terrà a Milano il prossimo 25 febbraio sarà presentata dall’ufficio creativo del marchio mentre la nuova direzione artistica sarà annunciata in un secondo momento.
La crisi sta colpendo pesantemente tutti i brand della filiera. Gucci, che della filiera metropolitana fiorentina è la locomotiva, non ne è immune. Nel terzo trimestre 2024, il brand ha perso il 26%, mentre il fatturato del gruppo luxury è ammontato a 3,78 miliardi di euro e a 12,8 miliardi nei primi nove mesi. La maison sta attuando una profonda trasformazione in un momento in cui l’intero settore si trova ad affrontare condizioni di mercato sfavorevoli. Condizioni che hanno portato al terzo profit warning per il gruppo francese. Che ha avviato una revisione di tutti i suoi asset, tanto da cedere anche, col 100% delle entità di The Mall luxury outlets al fondo americano Simon anche l’outlet di Leccio nel comune di Reggello (l’altro mall italiano è a Sanremo). Un’attenzione che si riverbera su tutta la filiera.
Una filiera che è a rischio non solo in Toscana, ma anche nelle altre regioni dove il comparto della moda sta segnando il passo. I segnali che arrivano sono quelli di un ulteriore step della crisi di settore. L’area metropolitana fiorentina che ha la più alta concentrazione di griffe sul territorio, ha numeri complicati. Le aziende nel territorio metropolitano sono scese da 2470 del fine 2023 alle 2358 del 2024. Sono 182 le aziende chiuse nel settore della pelletteria, di cui 112 solo a Firenze e nel territorio più prossimo al capoluogo.