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Piero Pelù a TourismA con l’archeologo Giuliano Volpe e don Antonio Loffredo delle Catacombe San Gennaro di Napoli
"Da piccolo volevo fare l’archeologo, per entrare in un mondo che mi ha sempre affascinato". Fra le migliaia di visitatori di TourismA, in corso fino a oggi al Palazzo dei Congressi, anche una rockstar, da sempre innamorato soprattutto degli Etruschi. È Piero Pelù, ieri in visita alla meraviglie del salone dedicato all’archeologia e al turismo culturale, organizzato da Archeologia Viva (Giunti editore), che giunge alla sua XI edizione. "Mi ha sempre affascinato l’archeologia – racconta Pelù – e, soprattutto, da toscano, la storia degli Etruschi, questo popolo che è rimasto un po’ misterioso visto che è stato cancellato dai romani. È interessante conoscere le stratificazioni delle varie civiltà, di come gli imperi che si formano, anche oggi, tendono a radere al suolo quelle che sono le culture locali, per poi costruirci sopra. Però, alla fine, probabilmente questa è anche un po’ la storia dell’uomo, che ha una componente di distruzione dentro di sé importante, contro la quale però noi dobbiamo sempre essere molti preparati".
Insomma, l’archeologia come metafora e strumento per capire il mondo d’oggi? "TourismA sicuramente è una realtà che aiuta a capire molto la storia dell’uomo – prosegue El Diablo –. E mi piace che riesca a fondere la cultura, l’archeologia e il turismo, legandole con l’integrazione. Quindi non solo turismo mordi e fuggi, di cui noi a Firenze, come i veneziani, siamo purtroppo testimoni, ma appunto integrazione di culture, tra le persone, le esperienze, le regioni e le musiche, ovviamente. Io sono musicista, quindi questa cosa mi ha sempre affascinato, e cerco sempre di metterla in pratica nel mio piccolo".
L’avventura nel passato prosegue oggi. Tra le novità più gettonate, in anteprima mondiale, c’è la ricostruzione in scala 1.1. della tomba di Nefertari con la possibilità di una visita multisensoriale libera e gratuita per tutti.
Oggi, alle 16, a conclusione del salone, proiezione del film ’La prossima Pompei’. All’ombra del Vesuvio, un vulcano meno noto minaccia il territorio: i Campi Flegrei. Un’eruzione potrebbe mettere in pericolo i milioni di residenti della città di Napoli. Gli scienziati ottengono nuove informazioni su ciò che è accaduto nella vicina Pompei e proseguono gli studi sulla geologia unica dei Campi Flegrei. Riusciranno a scoprire se il terreno in continua evoluzione sta raggiungendo un punto di rottura? E un innovativo sistema di allarme eruzioni può impedire a Napoli di diventare la prossima Pompei? L’incontro con Alberto Angela è definitivamente annullato per motivi di lavoro.
Tutto il programma su www.tourisma.it.
Olga Mugnaini