"E’ una grande storia d’amore, un film che mai avrei voluto fare perché racconto, in chiave autobiografica, un evento doloroso che ha sconvolto la mia vita: la malattia di mia mamma, la donna a me più cara". Parola di Domenico Costanzo, regista, sceneggiatore e attore fiorentino che il 28 marzo porta nelle sale Uci "Ho sposato mia madre" (distribuito dallo stesso Costanzo e Tony Civino), tutto ambientato a Firenze con nel cast Nicola Pecci, Rosanna Susini, Benedetta Rossi, Monica Bauco, Sergio Forconi, Pietro Fornaciari, Viola Volpi, Alisea e Iduna Batazzi, Luciano Casaredi, Alessandro Baccini e Gaia Nanni.
Il film affronta con grande delicatezza il tema dell’Alzheimer…
"E’ una commedia sul filo della commozione, ricorda molto l’Incompreso di Comencini. E’ un film di sentimenti reali, nato per arrivare al cuore delle persone. Ed è anche un grido di aiuto e speranza per i malati di Alzheimer e per i loro cari che vedono i propri affetti allontanarsi".
Quale è la trama?
"Saverio, interpretato da Nicola Pecci, scopre che mamma Rosa, l’attrice Rosanna Susini, è affetta da Alzheimer. Prima decide di ospitarla a casa sua ma per problemi familiari si vede costretto a portarla in una Rsa. Un giorno Saverio trova le lettere d’amore che il padre scriveva alla madre. E questo è successo veramente: le ho trovate davvero quelle missive e mentre le leggevo gli occhi di mia mamma si illuminavano. Nel film ho voluto mettere in evidenza che se è vero che l’Alzheimer può portar via la luce dagli occhi è anche vero che quella luce resta nel cuore. Donare tutto l’amore possibile è la miglior cura per il malato".
Ha scritto tanti film insieme a Pieraccioni: che rapporto ha con Leonardo?
"Siamo compagni di merende! (ride, ndr). Leonardo è il mio ’stalker’ da ben 42 anni. Gli ho insegnato io a premere il pulsante ‘start’ sulla telecamera. La nostra amicizia va ben oltre il percorso cinematografico".
Un aneddoto?
"Abbiamo ‘rapito’ Nanni Moretti. Era il 1985 e lui era al cinema Alfieri per presentare ‘La messa è finita’. Leonardo ed io, all’epoca, giravamo dei cortometraggi inguardabili pensando, però, di essere Steven Spielberg. Con una scusa lo avviciniamo in sala per invitarlo a vedere i nostri lavori. Lui accetta e così l’indomani lo andiamo a prendere per portarlo a casa mia. Qui non so quante ore lo abbiamo trattenuto per fargli vedere i corti".
Il prossimo film?
"Sto lavorando a un thriller che ho scritto durante il periodo della pandemia. S’ intitola ’The Influencer’ ma non ha niente a che vedere con Chiara Ferragni e le altre. E’ lo specchio della società di oggi e tratta anche temi introspettivi".