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Tra presente e futuro Abbandono e sigilli Ex ippodromo Mulina Il rilancio è un flop

La stagione estiva è finita con il sequestro dell’area interessata anche da un incendio e dalle occupazioni abusive. Braccio di ferro sulla concessione. E la zona resta in balia dei balordi. .

di Stefano Brogioni

FIRENZE

Ma qual è la strada della riqualificazione delle Cascine? Sembra che non ci sia navigatore capace di indicarla. Perché neanche la strategia dell’accendere le luci, organizzare e creare eventi per riempire il vuoto e togliere così spazi a degrado e illegalità, ha portato a destinazione.

La concessione dell’ippodromo delle Mulina, indipendentemente da quelli che saranno gli esiti dell’inchiesta in corso, ne è un esempio.

L’area degli eventi, che con la sua offerta doveva arricchire il cartellone estivo cittadino, è sotto sequestro dai primi di agosto. Il braccio di ferro giudiziario sarà sicuramente più lungo delle giornata estive che restano e così, un’altra stagione è passata.

Ieri, il legale rappresentante della Pegaso, Lorenzo Zheng, con il suo legale Giacomo Passigli ha impugnato dinanzi al tribunale del Riesame la misura che ha posto i sigilli alla zona dell’intrattenimento. Un’area che, ha precisato la Pegaso, era sta concessa in subappalto e dove la procura, con il pm Gianni Tei, contesta che sia stata allestita una discoteca senza permessi. E senza che questo fosse previsto dal bando con cui Palazzo Vecchio ha affidato la gestione dell’ex ippodromo.

Ma l’amaro destino delle Mulina è un po’ lo specchio di un parco sempre in bilico tra fiore all’occhiello di una città e suo tallone d’Achille.

Le scuderie sono state occupate e lì c’è stato anche un incendio, che per altro avrebbe potuto mettere anche a repentaglio la stabilità di strutture dove ogni sera, prima del recente sequestro, le gente andavano a “far serata“.

L’occupazione è stata favorita da un contenzioso che va avanti ormai da anni, tra il Comune e la Pegaso. Il primo, ha intrapreso una battaglia al Tar per la revoca della concessione. La società resiste (il primo round è stato per lei favorevole, a ottobre ci sarà il Consiglio di Stato) ma al tempo stesso non bonifica un’ampia fetta del complesso perché rischia di spendere soldi su un bene che domani potrebbe non esser più nella sua disponibilità.

Però così è dura. Perché nel 2012 è stato siglato un accordo ventennale che comprendeva tutto questo.

Lontani, lontanissimi sono dunque i tempi di quella febbre da cavallo che faceva delle Mulina tappa da jet set e anello tra i migliori d’Italia, per i fanatici del trotto.

Erano anche le Cascine di lucciole e travestiti, dei giri in macchina la notte e di peccati tra i cespugli. Di notte, il polmone verde cittadino non è mai stato territorio da educande, ma l’oggi non è nemmeno paragonabile a ieri.

Il teatro del Maggio, le fermate della tramvia, la rinascita del mitico “Central“ non sono bastati a riqualificare il parco che era già nei pensieri di Renzi sindaco.

La situazione è precipitata conil lockdown, quando chi non aveva una casa ha trovato lì un ricovero di fortuna. Spaccio e rapine sono un’emergenza vera e tangibile, le incalcolabili presenze di pusher e balordi una priorità di affrontare. Anche se non è chiaro come.