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Tragedia a San Felice a Ema: la famiglia Racheli colpita da un destino atroce

Matteo Racheli e Margarida Alcione, una famiglia unita e amante della natura, spezzata da un tragico evento.

Matteo Racheli e Margarida Alcione, una famiglia unita e amante della natura, spezzata da un tragico evento.

Matteo Racheli e Margarida Alcione, una famiglia unita e amante della natura, spezzata da un tragico evento.

di Teresa Scarcella

Matteo Racheli e Margarida Alcione avevano coronato il loro sogno a San Felice a Ema, alle porte della città. Amanti della natura e degli animali, avevano trovato il loro nido d’amore in una villa immersa nel verde, lontana dal caos cittadino. Un luogo armonioso e ideale per far crescere i bambini. Elio, 11 anni, nato dalla precedente relazione di Matteo. Poi 6 anni fa la famiglia si è allargata con l’arrivo della più piccola, unica sopravvissuta a una tragedia che ha sconvolto tutti, in gravissime condizioni al Meyer. Matteo Racheli, 49 anni, originario del Trentino, aveva avviato la sua attività imprenditoriale più di dieci anni fa, quando aveva aperto una gelateria artigianale a Campi Bisenzio, per poi lasciarne la gestione.

Da allora, stando ai racconti di chi conosceva la coppia, si era buttato nel mondo immobiliare e, insieme a Margarida Alcione, 46 anni brasiliana, gestiva i vari appartamenti di proprietà, alcuni dei quali in centro a Firenze, dati in affitto, il business del momento. Un lavoro che garantiva alla famiglia uno stile di vita benestante, una bella casa, macchine di lusso, ma non per questo distaccato dalla realtà del piccolo borgo doveva avevano scelto di mettere radici.

"Una famiglia tranquillissima, molto alla mano. Entrambi super sportivi, andavano in bici, facevano trekking". Sono le parole di chi quella casa, diventata da ieri teatro di un atroce destino, l’ha frequentata varie volte per motivi di lavoro. Ivan Grilli, dell’asd EnigmaDog, era stato contattato da Racheli per addestrare il suo cane, Sidol, un pastore tedesco grigione che è riuscito a salvarsi solo perché si trovava all’esterno della villa. Vivo anche il gatto di famiglia.

"Ci sarò andato almeno cinque volte in quella casa, per fare delle lezioni con il cane, ovviamente in presenza del padrone", racconta l’educatore cinofilo. Un rapporto di lavoro, dicevamo, poi però sconfinato in amicizia grazie a una vacanza, organizzata dal centro di addestramento pochi mesi fa, a maggio, e alla quale tutta la famiglia aveva partecipato. Una di quelle gite fuori porta tra sconosciuti o presunti tali, accomunati da simili interessi e passioni.

Quattro giorni trascorsi nelle campagne di Bibbona, con i propri amici a quattro zampe, di cui rimangono oggi alcuni scatti di gioia e spensieratezza condivisa. "Una coppia molto divertente e affiatata. Lei la ricordo come una persona solare, sempre sorridente, è stata l’anima della vacanza, sempre pronta a farci ridere. Entrambi molto affettuosi e premurosi con i bambini, lasciati comunque liberi di esplorare – racconta chi ha condiviso quei momenti insieme a loro – amanti e rispettosi della natura e degli animali, capaci di trasmettere questa loro grande passione anche ai figli. Al piccolo Elio piaceva tanto fare lunghe passeggiate in campagna, o tra i boschi, insieme al padre e al loro cagnolone. Era instancabile nonostante la tenera età".

Una famiglia unita. Spezzata da un nemico invisibile. "È una tragedia". I vicini di casa non riescono a dire altro, sconvolti da quanto accaduto a soli pochi passi da loro. Nel silenzio subdolo della notte, solo in apparenza sinonimo di tranquillità, ma che invece ha inghiottito tre vite.