REDAZIONE FIRENZE

Tragedia di via Mariti, il ricordo di Betori. Venerdì la messa in suffragio per le vittime

"Serve una conversione sociale. Dignità e sicurezza: sempre e per tutti"

Tragedia di via Mariti, il ricordo di Betori. Venerdì la messa in suffragio per le vittime

Il cambio l’altro ieri alla guida della nunziatura apostolica in Italia è una notizia che viene letta con particolare attenzione anche a Firenze, dove a fine gennaio sono iniziate le consultazioni che porteranno alla nomina del successore del cardinale arcivescovo Giuseppe Betori sulla cattedra di San Zanobi. Papa Francesco ha nominato infatti nunzio apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino monsignor Petar Rajič, 64 anni, arcivescovo titolare di Sarsenterum e finora nunzio apostolico in Lituania, Lettonia ed Estonia. Sarà il presule nato a Toronto, in Canada, da genitori bosniaci di etnia croata, a concludere la procedura per l’avvicendamento dell’arcivescovo di Firenze iniziata dal nunzio emerito, il cardinale svizzero Emil Paul Tscherrig, 77 anni, che era entrato in carica nel 2017. Non c’è bisogno di aggiungere che la scelta del nuovo pastore della Chiesa fiorentina spetta al Papa e solo a lui, così come non ci sono certezze sui tempi e sul nome, che alla fine prevarrà. Detto che il padre carmelitano Saverio Cannistrà, 65 anni, teologo e docente alla Gregoriana di Roma, oltre che alla Facoltà teologica dell’Italia centrale in piazza Tasso resta una figura di primo piano, così come altri possibili candidati circolati in questi giorni, non è possibile sapere ad ora se la nomina del nuovo nunzio, che ha passato quasi cinque anni nelle Repubbliche baltiche ed è il secondo non italiano ad assumere la responsabilità diplomatica nel nostro Paese e a San Marino, possa accellerare o rallentare le procedure, che potrebbero per assurdo essere già concluse. Intanto, però la vita pastorale diocesana va avanti e l’agenda del cardinale Betori è ancora piuttosto fitta: venerdì alle 18, tanto per citare il primo impegno, presiederà una messa in suffragio nella chiesa dell’Ascensione , la parrocchia del territorio di via Mariti, nel trigesimo della morte dei cinque operai nel cantiere dell’ex panificio militare.

"Come comunità cristiana - ha osservato l’arcivescovo - vogliamo ricordare nella preghiera e affidare al Signore questi nostri fratelli che hanno perso la vita sul luogo di lavoro. Nella preghiera vogliamo invitare tutti ad una cultura della cura, all’esercizio della responsabilità, perché il lavoro e le persone non siano considerate una merce. Siamo gli uni gli altri custodi dei nostri fratelli. Nel tempo della Quaresima, chiediamo una ‘conversione’ sociale, che garantisca per tutti e sempre dignità e sicurezza del lavoro".

Duccio Moschella