Firenze, 27 gennaio 2025 – A quasi un anno dalla strage di via Mariti, la procura indaga ancora. Ma alcuni aspetti di quello che è successo, alle 8.50 del 16 febbraio 2024 nel cantiere numero 266183 aperto per la realizzazione di un supermercato Esselunga, resta ancora oggetto dell’indagine affidata ai pubblici ministeri Francesco Sottosanti ed Alessandra Falcone.
Dalla relazione sull’attività svolta dalla procura, firmata dal procuratore capo Filippo Spiezia, si ha almeno la certezza che il crollo che causò la morte di cinque operai (Luigi Coclite, 60 anni di Collesalvetti, Mohamed El Ferhane, Bouzekri Rahimi, Mohamed Toukabri Taoufik Haidar), si è innescato a seguito del cedimento di una mensola di sostegno. Ad oggi, però, non si ha notizia di iscrizioni sul registro degli indagati.
Crollo e verifiche in corso
"Dai primi accertamenti - riassume infatti la procura - si poteva evidenziare che nel piano più alto della costruzione si era verificato il cedimento delle travi e del solaio, che poi aveva interessato anche i livelli sottostanti. Secondo quanto rilevato sui luoghi, una trave potrebbe essere crollata per il cedimento della mensola su cui poggiava.
Errore o difetto?
Purtroppo, identificare la causa del cedimento di questa mensola si è rivelato e si sta rivelando, più complicato del previsto. “Le ragioni possibili del cedimento - scrive ancora la procura - sono varie e potrebbero essere riconducibili ad un difetto di progettazione, di esecuzione o di montaggio”.
La consulenza tecnica
Nell’immediatezza dei fatti, anche i legali delle imprese (e pure quelle delle famiglie delle vittime) si aspettavano che la procedesse con quello che in gergo tecnico si chiama accertamento irripetibile. Invece è stato scelto di procedere con un accertamento “ripetibile”. “E’ stato dato incarico ad un consulente tecnico per verificare, anche sulla base della documentazione già acquisita ed in corso di acquisizione, se sia possibile risalire ad individuare le cause precise del disastro”.
Il consulente scelto dalla procura è l’ingegner Stefano Podestà dell’università di Genova. I legali delle famiglie - come Paola Santantonio, che assiste la vedova di Luigi Coclite - non hanno avuto notizia del deposito di questa consulenza (che doveva essere pronta lo scorso settembre), ma neanche degli esiti delle autopsie. Un ritardo che comincia a essere preoccupante.
Norme di sicurezza e subappalti
La procura sta valutando anche “il rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro, la regolarità delle assunzioni degli operai coinvolti”. Un incrocio di dati, presenze e contratti “per accertare i rapporti tra le varie società coinvolte, ricostruire i vari subappalti e per risalire all’identificazione dei responsabili delle eventuali violazioni che dovessero emergere”. Al vaglio anche le valutazioni dei rischi interferenziali, considerando che al momento del crollo del solaio, sotto c’erano altre professionalità impegnate in lavorazioni diverse dai muratori che stavano facendo la “gettata“.
Sos via Giovanni da Empoli
Ma in questi lunghi mesi si è creato un altro problema attorno a via Mariti. È quello che sono arrivati a denunciare con un esposto i residenti di via Giovanni da Empoli: la strada, su cui insiste la parete del prefabbricato da cui si è staccata la mensola e quindi la trave, è infatti chiusa per il rischio crollo. Residenti e attività commerciali su questa strada da quasi un anno possono percorrere soltanto il marciapiede della loro via, la carreggiata è interdetta perfino ai mezzi di soccorso. Questo angolo morto è diventato anche il riparo perfetto di chi spaccia o ha altre brutte intenzioni. Senza contare, infine, che il sequestro del cantiere rende particolarmente insalubre la zona, che invece necessiterebbe di bonifiche.
ste.bro.