Firenze, 14 marzo 2023 – Un passaggio epocale. Nella discussione in consiglio comunale sul nuovo Piano operativo comunale (l’ex regolamento urbanistico) e sul piano strutturale che disegnano l’urbanistica dei prossimi dieci anni a Firenze (che è stato adottato ieri a maggioranza), l’assessora Cecilia Del Re torna a parlare di passaggio della tramvia dal Duomo.
Le parole dell’assessore Del Re
Un’ipotesi sepolta da Matteo Renzi sindaco dopo una lunga stagione di accesissime battaglie politiche: il vicesindaco di Leonardo Domenici, Beppe Matulli – il ’babbo’ della tramvia – era convinto che senza passaggio al Duomo l’intera rete tramviaria non avrebbe avuto l’efficacia trasportistica desiderata.
Ad oggi, in base a statistiche in mano alla società Tram spa, solamente il 25-26% dei fiorentini utilizza i mezzi pubblici. Una battaglia persa contro il traffico verso una mobilità più verde.
Per questo Del Re torna a parlare della necessità che la tramvia "colleghi la zona più frequentata dal maggior numero di lavoratori, così come deve arrivare fino al cuore del centro storico per non rendere quella che oggi è la zona più pedonale d’Europa la zona più inaccessibile d’Europa".
Poi, pensando al futuro, alla necessità di una mobilità sempre più green, l’assessora affonda nel cuore del tema.
Il gruppo del Pd, con una relazione allegata al Poc, che passa come ordine del giorno in consiglio (come avviene ritualmente in queste occasioni), affronta alcune tematiche da approfondire collegialmente, anche con argomenti e interessi sollevati dai sostenitori della mozione schleiniana.
Si parla anche della mobilità e del tram in centro: "Si ritiene opportuno valutare l’introduzione della staffa San Marco-Martelli, già allo studio nel piano operativo", spiega il presidente della commissione urbanistica Renzo Pampaloni, citando il documento.
Ma l’assessora Del Re va oltre. In effetti arrivare sotto il Duomo, lasciando privo di collegamento il tratto Martelli-piazza dell’Unità sarebbe un po’ un controsenso. Anche se è già un tabù.
Pensando al futuro e al completamento della rete tramviaria l’assessora sostiene che la politica debba ributtarsi a capofitto a parlare del passaggio in centro.
Un unico binario di collegamento San Marco-piazza dell’Unità che permetterebbe al tram con la batteria di passare a raso in zona pedonale, senza l’impatto dei pali di elettrificazione, con il percorso via Cavour, via Martelli, piazza San Giovanni, via Cerretani, via Panzani, piazza dell’Unità, Stazione.
Una rivoluzione nella rivoluzione. Necessaria se non indispensabile per dare unsenso compiuto alla rete di trasporto pubblico, secondo il presidente di Tram spa, Fabrizio Bartaloni. «Non esiste che un centro storico come quello di Firenze possa contare sul trasporto dei bussini elettrici che traportano pochissime persone – spiega – La tecnologia ha fatto passi da gigante, si parla del passaggio al Duomo perché sarebbe la cosa più sensata da fare".
Anche l’Ordine degli ingegneri, recentemente, con il presidente della commissione Trasporti Fiorenzo Martini si era espresso in tal senso: "Sul sistema tramviario fiorentino ci piacerebbe fosse presa una decisione strategica, fino a riconsiderare il passaggio al Duomo".
Si torna al punto dunque. Indietro di quindici anni. Il passaggio della della tramvia al Duomo venne avversato anche dal governo Berlusconi, con il sottosegretario alla presidenza del consiglio recentemente scomparso Paolo Bonaiuti, che nel 2007 si affiancò alla battaglia del consigliere comunale, al tempo azzurro, Mario Razzanelli.
Si arrivò al referendum consultivo sulla tramvia sulle linee 2 (Peretola - piazza della Libertà) e della linea 3 (Careggi - viale Europa) il 18 febbraio 2008 concluso con una bocciatura. I votanti, infatti, furono insufficienti al raggiungimento del quorum, il 39,4%: tra i votanti i contrari superarono di misura i favorevoli.
Poi con Renzi arrivò il definitivo stralcio: pedonalizzò piazza Duomo nell’ottobre 2009. Da lì iniziò una lunga teoria di ipotesi di interramento della linea che potesse riaffiorare in piazza della Repubblica, poi l’ipotesi dei cerchi concentrici. Dopodiché del tram nel cuore del centro non se ne parlò più.