
La tramvia in piazza San Marco a Firenze (Foto Marco Mori / New Press Photo)
Firenze, 9 marzo 2025 – La missione di Palazzo Vecchio sembra essere quella di recuperare il tempo perduto.
O, quantomeno, di non perdersi – come avvenuto negli anni passati – nello stillicidio di cantieri infiniti (vedi viale Talenti più di tre lustri fa) e di inghippi vari (e qui siamo ai recenti guai della Vacs, messa finalmente su rotaia alla fine di gennaio ma annunciata nel maggio scorso in esercizio già prima dell’inizio del settembre ’24).
Così – allestiti i primi cantieri (promessi in modalità ’lampo’ dal Comune con 200 operai al lavoro ogni giorno una volta allestite tutte le fasi di intervento) sulla rotta per Bagno a Ripoli – in piazza Signoria si inizia già a pensare alla linea 4, la Leopolda-Piagge.
L’idea, piuttosto ambiziosa, è quella di partire con i primi interventi già entro la fine del 2025.
Domanda legittima: con la zona sud-est della città già provata – anche se finora la convivenza tra operai e traffico, così come la sosta, sono andate ben oltre le più rosee aspettative – dai cantieri della 3.2.1 (che dovranno necessariamente essere portati a termine entro la fine del ’26 poiché vincolati ai fondi del Pnrr) non sarà un azzardo avviare i lavori anche sul quadrante nord-ovest? Non c’è il rischio di creare un collasso alla circolazione?
In realtà no, perché come è stato già spiegato più volte dai tecnici, i cantieri per mettere Sirio in viaggio dalla vecchia stazione Leopolda verso le Piagge avranno un impatto minimo sulla viabilità urbana.
La linea 4.1 Leopolda-Piagge si svilupperà tra la zona di Porta al Prato e l’area delle Piagge e dei borghi, costituendo il primo lotto della complessiva linea 4 di collegamento tra Firenze e il centro abitato di Campi Bisenzio. Il tracciato, di fatto, si interconnette con la Linea 1 in corrispondenza della fermata Porta al Prato-Leopolda su viale Fratelli Rosselli e si estende poi lungo il sedime ferroviario della linea preesistente Firenze-Empoli (già dismessa da RFI) fino alla ex Stazione delle Cascine.
Dopo aver sottoattraversato il viadotto dell’Indiano e la sede ferroviaria proveniente da Firenze Rifredi, il tracciato raggiunge la zona di via Piemonte per poi svilupparsi parallelamente al canale della Goricina fino alla zona della stazione ferroviaria delle Piagge, dove è previsto il capolinea e la connessione con la futura estensione verso Campi Bisenzio (Linea 4.2, tratta oggetto di altro intervento). La linea si svilupperà per circa 6 chilometri e 200 metri circa, di cui più o meno la metà sulla ex sede ferroviaria Leopolda-Cascine e circa metà in sede propria di nuova realizzazione.
Lungo il tracciato sono previste 13 fermate la cui posizione, si legge nei progetti di Palazzo Vecchio, è valutata sulla base delle previsioni urbanistiche e mira ad ottimizzare la possibilità di fruibilità da parte degli utenti.
Ma nell’agenda di Palazzo Vecchio c’è anche il tracciato che in futuro dovrà collegare piazza della Libertà con la stazione di Rovezzano (la linea gemella della Libertà–Bagno a Ripoli, attualmente in fase di realizzazione).
Il progetto definitivo della linea tramviaria per Rovezzano è ancora in fase di approvazione (sono state chieste integrazioni) da parte del Comune. Ma la partita che si sta giocando ora riguarderebbe prevalentemente la realizzazione del sottopasso delle Cure, il primo e più importante intervento della nuova tratta per Campo di Marte. Dopo i lavori in viale Don Minzoni, i cantieri dovrebbero ripartire – a oggi impossibile stabilire una data – dal progetto dell’attraversamento, ovvero quello che collegherà l’area di piazza LIberta a piazza delle Cure. E il pallino è nelle mani di Rfi, che nei prossimi giorni incontrerà Comune e progettisti del Consorzio Tram Spa per capire in che modo procedere con il cronoprogramma.
Per il sottopasso, infatti, Ferrovie avrebbe ’concesso’ alle ditte dei periodi finestra molto stretti, che potrebbero creare un continuo stop and go nei cantieri. Per questo, sia Tram Spa che Comune chiedono un periodo preciso dell’anno per dare il via a saggi e scavi. I circa 350 milioni che serviranno per la linea per Rovezzano non fanno parte del Pnrr – e quindi non ci sono scadenze imminenti – ma di altri fondi messi a disposizione da governo ed Europa. Oltre al sottopasso non sarebbero previste altre opere, visto che il deposito dei tram sarà a Bagno a Ripoli.