Firenze, 30 aprile 2021 - Quando si tratta di trapianti di midollo la questione si fa internazionale: il proprio fratello genetico, cioè un donatore compatibile, può essere dall'altra parte del mondo. E qui entra in scena il preziosissimo lavoro del Nucleo operativo di protezione civile , associazione con sede a Firenze, che si occupa di logistica dei trapianti e da un quarto di secolo gira il globo prelevando e portando a destinazione le cellule. I volontari utilizzano ovviamente voli di linea, ma come si fa a considerarli passeggeri come gli altri?
Oltre diecimila missioni, mai una fallita. Trasportano la vita ma anche questi angeli possono essere guardati con sospetto da agenti doganali e funzionari aeroportuali, pronti a mettere loro il bastone tra le ruote in una giungla di burocrazia che non tiene conto di una questione di base: se il volontario e il suo box con il prezioso contenuto non possono imbarcarsi, qualcono rischia di morire. Eppure succede sempre più spesso, soprattutto in tempo di Covid, che qualcuno faccia perdere tempo con questioni a volte poco comprensibili.
Allora l'idea è questa: perché non dotare questi operatori di una lasciapassare internazionale, una specie di passaporto sanitario? Servirebbe un articolato lavoro diplomatico da parte delle istituzioni, ma almeno fra i paesi dell'Unione europea potrebbe funzionare. Il presidente del dell'associazione Massimo Pieraccini ci spiega la situazione e ammonisce: "Le istituzioni non aspettino l'irreparabile a intervenire, non lasciamo che qualcuno muoia di burocrazia".