ANDREA SETTEFONTI
Cronaca

Trasloco pH, è l’ora della rabbia: "Presi in giro istituzioni e lavoratori"

Il sindaco Baroncelli contro la decisione unilaterale della multinazionale, che sposta a Calenzano le attività

Un momento dell’incontro con i lavoratori al quale ha partecipato anche l’assessora regionale Nardini. Martedì si tratta in Regione

Un momento dell’incontro con i lavoratori al quale ha partecipato anche l’assessora regionale Nardini. Martedì si tratta in Regione

"L’azienda ha preso in giro istituzioni e lavoratori. Ha umiliato il territorio per l’ennesima volta, mostra superficialità. C’è mancanza di chiarezza negli obiettivi del progetto di sviluppo della pH". Sono le parole pronunciate giovedì mattina dal sindaco David Baroncelli all’incontro sul caso del trasferimento della pH dalla Sambuca a Calenzano, incontro cui ha partecipato anche l’assessora regionale Alessandra Nardini, alla quale è stato illustrato il rischio che corrono i circa 275 dipendenti della multinazionale, del gruppo Tüv Süd, a fronte della decisione unilaterale di smantellare la sede attuale. "Ci troviamo di fronte all’ennesimo caso di verità non detta da parte dell’azienda – continua il sindaco –, una verità che sbuca dal buio di un dialogo che la multinazionale non ha mai voluto né cercato. Non c’è mai stata la volontà di mantenere lo stabilimento o di individuare una soluzione alternativa. E non mi riferisco ad un’eventuale presa in considerazione delle varie proposte che ho sottoposto invano al loro vaglio. Ma di dire semplicemente le cose come stanno. Il comportamento dell’azienda contravviene persino a quelle certificazioni di sostenibilità sociale, sfoggiate sui profili digitali, che appaiono solo sulla carta e in realtà non vengono minimamente applicate". L’azienda come ha scritto in una nota, parteciperà ad un incontro con le istituzioni convocato dalla Regione Toscana per martedì prossimo. "Nel Chianti abbiamo firmato – conclude Baroncelli – un patto per il lavoro per dotarci di uno strumento che possa servire ad affrontare le crisi occupazionali del nostro territorio e i contesti in cui il lavoro e le risorse vengono meno. In questo caso non mancano né le risorse né il lavoro. L’unico atto che si palesa ai nostri occhi è un piano di dismissione. Questo è inconcepibile".

Andrea Settefonti