ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Crollo di Firenze, la trave ai raggi x. L’Asl nella ditta di Piacenza che l’ha prodotta

Gli operatori verificheranno le fasi di produzione della ditta. L’ultimo controllo in cantiere due mesi fa

Firenze, 19 febbraio 2024 – Cos’è stato a causare il terremoto che ha fatto sbriciolare il colosso di cemento di via Mariti, trasformandolo in una trappola di morte? Com’è avvenuto il crollo? La trave era stata realizzata a regola d’arte, il materiale era sano, i tempi di riposo giusti? Il problema riguarda il posizionamento? Era fissata oppure solamente appoggiata? Gli inquirenti procedono su più fronti per risalire all’intera catena di responsabilità, sentendo lavoratori e ditte.

Fiori nel cantiere del crollo (Fotocronache Germogli)
Fiori nel cantiere del crollo (Fotocronache Germogli)

L’ultimo controllo era stato fatto dagli operatori del servizio dell’Asl di Prevenzione, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro (Pisll) due mesi fa, come è stato raccontato – nel mare magnum delle informazioni – ieri in prefettura alla ministra del Lavoro Calderone. Tra pochi giorni ce ne sarebbe stato un altro.

La cadenza bimestrale sistematica delle verifiche in materia di sicurezza sul lavoro è prevista nel calendario dei controlli nei cantieri del pool Grandi opere, cui vengono assegnati in base all’importo dei lavori, superiore ai due milioni di euro. Dalla verifica non era emersa alcuna mancanza.

Dunque, potrebbe essere stato un errore di progettazione oppure di esecuzione? Da ciò che è trapelato fino a questo momento potrebbe sembrare un errore di organizzazione del lavoro: stavano posizionando una trave orizzontale nella parte alta e, probabilmente, hanno urtato il pilastro verticale che ha ceduto.

Una simile dinamica, il fatto che il pilastro probabilmente non era stabilmente collegato alle travi orizzontali, è qualcosa che può essere rilevato solo da personale esperto. Quindi la magistratura dovrà nominare dei consulenti tecnici per individuare eventuali errori di montaggio.

Sono in corso le procedure per ispezionare tutte le fasi di realizzazione della trave e del suo montaggio: le tre gru in cantiere stanno selezionando – con estrema lentezza e un pezzo alla volta per non fare ulteriori danni – alcuni frammenti del gigantesco traliccio di cemento armato di oltre 5mila chilogrammi, che saranno successivamente analizzati dai consulenti tecnici per valutarne la tenuta strutturale.

Come è stato riferito ieri a Marina Calderone nel vertice in prefettura, l’Asl Toscana centro ha inviato all’azienda Rdb di Piacenza tre operatori per verificare tutte le fasi della procedura di produzione della trave, mentre la Polposta è andata alla sede dell’azienda ad Atri (Teramo). Probabilmente la magistratura ha già fatto sequestrare il Piano di sicurezza e coordinamento della committenza, i vari Piani operativi per la sicurezza e coordinamento della committenza, i vari Piani operativi per la sicurezza delle diverse ditte incaricate di realizzare le varie parti dell’opera. Nei documenti si trova infatti la descrizione di come dev’essere realizzata quella fase lavorativa in sicurezza.

Ma le domande continuano a rimbalzare. La strage per ora è senza spiegazioni. Mentre prende forza la domanda, nel servizio della Tgr Abruzzo e in alcune voci del cantiere a Firenze, se fosse il caso di far realizzare il getto di calcestruzzo mentre era in corso il posizionamento della trave orizzontale al terzo piano.

È normale che un nodo sia realizzato solo appoggiato, senza vincoli o incastri? Oppure i vincoli c’erano? Qualcuno ha ignorato le indicazioni presenti nel Piano di sicurezza e coordinamento o nel Piano operativo di sicurezza? Oppure sono i piani ad essere sbagliati e c’è un errore nella progettazione? Serviranno tempo e perizia per dare una risposta certa a tutte queste e a molte altre domande.