STEFANO BROGIONI
Cronaca

Tre morti per monossido. L’ipotesi: caldaia difettosa. Bimba ancora gravissima

La procura ha aperto un’inchiesta. L’impianto era senza manutenzione. L’unica superstite, sei anni, è in camera iperbarica e lotta per la vita .

Margarida Alcione, 46 anni, morta assieme al compagno Matteo Racheli, 49, nella foto sotto col figlio

Margarida Alcione, 46 anni, morta assieme al compagno Matteo Racheli, 49, nella foto sotto col figlio

Una caldaia senza manutenzione. È questa l’ipotesi su cui si concentrano gli inquirenti dopo la morte di tre persone causata dalle esalazioni di monossido di carbonio in una villa sulle colline intorno a Firenze. Le vittime sono l’imprenditore Matteo Racheli, 49 anni, originario di Gardone Val Trompia, la sua compagna di origini brasiliana Alcione Margarida, 46, il figlio di Racheli, Elio, di 11 anni. Lotta per restare aggrappata alla vita, in una camera iperbarica dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, la figlia della coppia, di sei anni. Accanto a lei sono arrivati alcuni parenti.

La più piccola di casa Racheli è l’unica estratta ancora in vita dai vigili del fuoco intorno alle due di giovedì pomeriggio. E’ stata l’ex compagna dell’imprenditore e mamma di Elio a dare l’allarme: preoccupata perché non riusciva a sentire nessuno, si è precipitata alla villa dove in questi giorni il figlio stava passando del tempo con il padre e ha scoperto la tragedia. La sera prima, mercoledì, nell’ultima telefonata con Elio, questi gli aveva detto di non sentirsi tanto bene. "Mi gira la testa". Forse erano i primi sintomi dei gas che, senza rumore e senza odore, stavano invadendo l’ambiente in cui la famiglia, dopo cena, stava guardando la tv in pigiama, prima di andare a letto. La procura di Firenze, con il pm Silvia Zannini, ha aperto un fascicolo, senza indagati, e disporrà le autopsie per stabilire con certezza l’orario e la causa del decesso. Ma nel frattempo, gli uomini della squadra mobile della questura, diretta dal dottor Roberto Di Benedetto, si stanno concentrando sulla storia della manutenzione della caldaia, ritenuta ormai con pochi dubbi (anche se in casa erano presenti pure delle stue a pellet) la “fonte“ delle esalazioni killer di monossido.

Nella bella dimora di San Felice a Ema, immersa nel verde di Poggio Imperiale, protetta da un antifurto (era inserito) e recentemente ristrutturata in stile toscano, i poliziotti sono riusciti a recuperare soltanto la documentazione dell’installazione della caldaia, avvenuta nel 2019. Nient’altro: nessun libretto, nessun riscontro dei controlli annuali obbligatori per legge. I vigili del fuoco sono tornati nella casa, ieri, per valutare le condizioni dell’impianto, che al loro arrivo, giovedì, era acceso e in funzione. "In questo momento il primo pensiero è alle vittime. Aspettiamo di capire bene le ragioni di questa tragedia. Sicuramente la manutenzione di tutti gli apparecchi a combustione è fondamentale per ridurre al minimo episodi simili. Da valutare, soprattutto per gli impianti più vetusti, con criticità anche strutturali, la sostituzione con altri sistemi", dice Roberto Laucci, presidente categoria impianti di Confartigianato Imprese Firenze. Sotto choc anche la piccola comunità di San Felice a Ema: la scuola frequentata dalla bimba ha sospeso ogni iniziativa del Natale.

In lutto il paese di Poggio a Caiano, nel Pratese, dove Elio giocava a calcio nella squadra locale e aveva frequentato le medie prima di cambiare istituto.