La piazza, è per antonomasia il cuore di un paese. Quella di Tavarnuzze è stata ricostruita pochi anni fa proprio con questo obiettivo: mantenerla il centro vitale di questa grande frazione imprunetina, dove la gente si sente comunità, nella quale ospitare manifestazioni, eventi, socializzazione. Il nome stesso della piazza, intitolata al decennale parroco don Chellini, è stato deciso con un sondaggio tra i cittadini. Installate tre panchine nuove, un simbolo per il paese: ognuna ricorda un cittadino che ha lasciato un segno nel paese. Attenzione però: non vogliono essere "panchine della memoria", tristi simboli di chi non c’è più. Vogliono ricordare, con un sorriso, coloro che hanno rappresentato qualcosa di importante per Tavarnuzze. La prima è stata dedicata a Marco Romoli, 27 enne morto in un incidente stradale in America. L’hanno finanziata i suoi familiari, per dare un ristoro. La seconda è "ispirata" a Vincenzo Calamandrei, padre dell’attuale sindaco Alessio: per anni con altri volontari Auser ha curato gli spazi verdi della piazza e i giochi per i bambini. L’ultima panchina è stata appena installata: porta la scritta "In ricordo di Roberto – 2020". È dedicata a Roberto Pacini, morto pochi mesi fa, dai suoi amici di sempre, quelli coi quali è cresciuto proprio in questa piazza. Gli hanno dedicato anche una bella poesia: "Siedi ancora su questa panchina e guarda i nostri ricordi che ora passano come in vetrina… la vita che cresceva vicina e l’amicizia cresceva quasi abbracciati". Una bella dedica, ma anche un invito a sedersi vicini, a chiacchierare del più e del meno, senza cellulare, guardandosi negli occhi. Un’abitudine che molti giovani potrebbero tornare a vivere proprio grazie a queste panchine nel cuore di Tavarnuzzze.
Manuela Plastina