Treni da incubo: "Serve più tecnologia. Le frane? Prevedibili"

Il presidente del distretto ferroviario avanzato: "Bisogna investire nei sistemi di emergenza per evitare il collasso della circolazione. Faentina, sensori sulle colline per monitorare i movimenti della terra". .

Treni da incubo: "Serve più tecnologia. Le frane? Prevedibili"

Turisti in attesa alla stazione in una immagine d’archivio

Un chiodo ha bloccato l’Italia che si sposta sui binari. Errore umano, certo, ma su una rete che appare fragile. Anche a Firenze e in provincia, dove basta citare la Faentina e gli infiniti disagi dei pendolari per capire quanto sia grave il problema. Daniele Matteini, presidente Ditecfer (il distretto ferroviario per l’alta velocità e la sicurezza delle reti) e leader di Confindustria Toscana Nord, una ricetta per il futuro ce l’ha: investire in tecnologia, sia sui binari che sul territorio, con reti di sensori che possano ad esempio ’intercettare’ prima le frane e quindi far guadagnare tempo per agire di conseguenza.

Come si possono evitare paralisi della circolazione ferroviaria come quella di mercoledì?

"Quello che è accaduto è legato ad un errore umano. Si può lavorare sulla formazione, sui controlli, ma certi problemi non si possono mai evitare al centro per cento, soprattutto in un periodo caratterizzato da tanti cantieri come questo".

Bisogna però migliorare sui tempi di reazione. Come?

"Sulla rete ferroviaria già esistono sistemi di ridondanza, ovvero di emergenza. Ne servirebbero altri ma non è facile realizzarli perché gli spazi fisici lungo le linee sono pochi. La strada da battere è investire in tecnologia, così che problemi come quelli di Roma abbiano effetti limitati sul sistema".

Anche in Toscana non mancano i punti critici sulla rete, a partire dal nodo di Firenze.

"Certo, adesso è critico, ma cambierà in meglio tutta la rete e la città. E voglio dire che le soluzioni che sono state trovate per limitare l’impatto del cantiere sono assolutamente all’altezza. I problemi non mancano, però ci sono anche investimenti, ad esempio la rete elettrica che serve la Tav Firenze-Roma sarà potenziata per uniformarla a tutte le altre tratte alta velocità". Spesso i pendolari che usano le reti locali, la Faentina ne è un esempio, devono convivere con disagi quasi quotidiani. Come si può migliorare la circolazione sui regionali?

"Ci sono alcune ferrovie secondarie che avendo scarso traffico hanno meno risorse. Questo però non vuol dire che non si possono fare investimenti. Un esempio? Si possono realizzare reti di monitoraggio, con cavi ultrasensibili, per tenere sotto controllo i movimenti della terra, ad esempio di una collina, e usarle per interrompere la circolazione in caso di pericolo o fare interventi mirati con casse di contenimento. Si tratta di interventi poco costosi e che possono dare vantaggi importanti".

Come si viaggerà in futuro? Quali sono le priorità e quale il nuovo salto tecnologico che consentirà di migliorare la circolazione ferroviaria?

"La sicurezza deve vincere sempre su tutto, poi bisogna pensare ad aumentare la fruibilità dell’Alta Velocità riducendo i tempi di percorrenza verso gli hub. Non ha senso poter andare in poco più di un’ora da Firenze a Roma se serve un’ora e mezzo da Pisa a Firenze. Bisogna lavorare per rivedere le fermate o la velocità dei treni, sempre in sicurezza. L’obiettivo deve essere quello di avere più possibilità di scelta, al punto di non preoccuparsi più degli orari. Questo risultato lo si può ottenere migliorando il sistema di segnalamento. Inoltre c’è tutta la partita dei treni merci: in questo caso serve uno scatto importante investendo ancora in tecnologia".

Leonardo Biagiotti