Rifiuto assoluto del trasferimento dalla Direttissima alla Linea lenta per la tratta Firenze-Arezzo, migliore comunicazione con l’utenza, revisione dei criteri per l’accesso ai rimborsi da basare su indici di puntualità e pressing sulla Regione per il rispetto del contratto di servizio, l’arrivo di 6 treni a velocità più elevata e penali se le promesse non vengono mantenute. Il comitato pendolari del Valdarno ha dettato le sue regole a Trenitalia e Rfi: le richieste, lanciate ufficialmente durante l’assemblea degli utenti organizzata dai tre Comuni di Figline Incisa, Reggello e Rignano, saranno portate dai rispettivi sindaci e assessori al prossimo tavolo regionale. Il Movimento consumatori torna a chiedere che ai prossimi tavoli decisionali della Regione vengano coinvolte anche le associazioni degli utenti. E minaccia mobilitazioni se si dovesse ripresentare l’ipotesi linea lenta. Critiche le forze politiche di opposizione. I 5Stelle dei tre Comuni tacciano l’assemblea come "una mossa propagandistica pre-elettorale" di amministrazioni "che da un decennio falliscono sul tema trasporti". Parlano di "duplicazione di ruoli del Pd" i consiglieri di Figline Incisa Silvio Pittori (gruppo misto) e Cristina Simoni (Lista civica Simoni): "Da un lato la giunta comunale simula una netta contrapposizione ai compagni di partito in Regione e la conseguente capacità di incidere sulle scelte regionali, di fatto sempre supinamente accettate; dall’altro una Regione che avalla l’idea di un depotenziamento della tratta ferroviaria".
CronacaTreni, i nodi della Firenze-Arezzo. Il comitato: "No alla linea lenta"