Firenze, 15 ottobre 2024 – La clausura, una prigione o un infinito? Una vita dedicata alla preghiera, rinchiusa tra le mura di un monastero lontana dalle seducenti corruzioni del mondo esterno, può davvero regalare la libertà?
Già di per sé ’libertà’ è una parola che stride se accostata al voto di clausura, che per definizione rappresenta la rinuncia alla propria vita in funzione di Dio e del prossimo. Ma come si può aiutare il prossimo rimanendo chiusi un convento?
A trovare le risposte a questi interrogativi è stata Suor Martina, una suora di clausura che attraverso le grate racconta il senso della rinuncia, del limite e della scelta. E come farlo se non partendo dalla propria esperienza. Entrata nel convento delle Clarisse a soli 21 anni, ha trovato grazie a questo il senso della propria vita. Ha scoperto, nella solitudine dell’isolamento, la vicinanza con qualsiasi uomo sulla terra, anche il più dimenticato, e nella preghiera il sollievo ad ogni turbamento. La storia di una donna normale, che per la prima volta raccontata sé stessa. Non mancano contraddizioni difficili da comprendere, dubbi e consapevolezze, accettazione e verità.
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