C’è chi le ha definite sedili della metro, chi dei loculi, chi pezzi di cantiere. Insomma, sembra che le nuove panchine di cemento, installate in piazza della Libertà non piacciano proprio a nessuno. "Quando ho visto queste “panchine“ per la prima volta, ho pensato che facessero parte del cantiere e che dovessero essere rimosse. Non riesco a immaginare chi possa volersi sedere in mezzo alla strada su dei pezzi di cemento".
È il commento di Jacopo Faldi che guardandole ha pensato "che non fossero tanto diverse da dei loculi". I blocchi, che finora erano stati coperti dal cantiere, si trovano sul lato sud di Porta San Gallo all’inizio di via Cavour. "Li hanno messi uguali in piazza San Pancrazio -ha raccontato Leonardo Poli- e in un batter d’occhio sono diventati dei murales pieni di scritte e imbrattamenti. Non passerà molto tempo prima che accada la stessa cosa anche qui".
A far discutere, oltre il design, è la collocazione in uno dei punti nevralgici della città. "Dovrei sedermi tra macchine e smog per una pausa veloce in una gelida panchina d’inverno e rovente d’estate? – ha domandato Ludovica Palma Barone – . Non è riparata dagli alberi e per di più è immersa nel traffico, avrebbero potuto studiarla meglio e fare un uso più intelligente di questo spazio, che così ha acquisito solo un’atmosfera macabra e desolante".
A trovarle moderne ma fuori contesto è Veronica Corti, che conosce bene piazza della Libertà, e teme che "possano diventare un ulteriore punto di bivacco per i senzatetto che stazionano sotto i portici della piazza. Trasformando in poco tempo la piazza in un accampamento a cielo aperto".
Le nuove panchine in cemento, per Luca Poderico, non hanno retto il confronto con quelle in legno, poco distanti e riparate dagli alberi. "Non c’entrano nulla con l’architettura fiorentina né con i colori e lo stile di questa piazza, circondata dalla bellezza dei palazzi storici. Per di più davanti ad un parco con panchine in legno che per sedersi d’estate sono sicuramente più appropriate e più invitanti".
L’unico stile che sembrano rispecchiare, secondo l’occhio critico di Ruben Signorini, è quello della nascente tramvia. "Un colore grigio, triste, un vero pugno nell’occhio in uno dei punti caratteristici della città. Avrebbero potuto optare per un’area verde che avrebbe sicuramente giovato all’ambiente oltre che ai cittadini".