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Prestiti per finanziare trattamenti estetici, il caso “Body Care”: decine di clienti truffate

Firenze, patteggia la titolare del centro estetico vip di via S. Caterina d’Alessandria. Chiuse nel 2019 lasciando accesi i prestiti per trattamenti mai effettuati

Un trattamento estetico (Foto archivio Ansa)

Un trattamento estetico (Foto archivio Ansa)

Firenze, 27 novembre 2024 – Prestiti su prestiti per finanziare trattamenti estetici. Che poi si sono rivelati una truffa, lasciando a carico delle signore che ambivano a mantenersi in forma debiti su debiti anziché massaggi e cure di bellezza.

E’ arrivato il primo verdetto per il casoBody Care“, il centro estetico di via Santa Caterina d’Alessandria con clienti della Firenze bene che, quando ha chiuso, ha lasciato a bocca asciutta diverse affezionate: la titolare dell’attività, L.B., 67 anni, ha patteggiato dinanzi al gup Anna Liguori una pena di due anni e due mesi.

Le venivano contestati i reati di truffa e insolvenza fraudolenta, nonché la bancarotta della società che gestiva il centro estetico. Il medesimo gup ha invece disposto il rinvio a giudizio di altre due imputati, dipendenti del centro. Per loro, il processo inizierà nel novembre dell’anno prossimo.

La formula del patteggiamento taglia le gambe ai risarcimenti, almeno in sede penale. Ma molte ex clienti del Body Care andranno avanti in sede civile.

I legali della parti civili (gli avvocati Giovanni Conticelli, Marco Gaspari, Serena Mugnaini) hanno però ottenuto la confisca dei finanziamenti che le clienti del body care avevano acceso convinte di assicurarsi, come una polizza, le cure per mantenersi piacenti.

Così almeno il danno economico è stato limitato.

Ma resta la beffa, per quello che da rapporto fiduciario tra cliente e consulente di bellezza, sia diventato un incubo. Con ripercussioni non soltanto sul portafoglio.

L’imputata L.B. ha gestito l’attività di via Santa Caterina d’Alessandria per circa cinque anni, dal 2014 al 2019.

Ma, secondo le indagini coordinate dal pm Christine Von Borries, era anche le altre due imputate, N.B., 46 anni e C.M., 44, a proporre finanziamenti per assicurarsi pacchetti di cure estetiche da diluire nel tempo.

Solo che poi è iniziato un tourbillon di fidi su fidi che, in pratica, non faceva mai chiudere il conto con le finanziarie.

Fino a quando, nel 2019, il Body Care ha interrotto la sua attività, lasciando le clienti senza cure ma con le rate del prestito da pagare.

E per le clienti, diverse almeno, oltre al danno è scattata la beffa: tante le signore che hanno ricevuto richieste di ’rientro’ dalle finanziarie.

Sgomente, sono state chiamate a dover onorare quei debiti (residui o anche per gli interi importi concessi), debiti che loro, ritenevano chiusi. Estinti. Azzerati come da accordo col Centro estetico: previa cioè riapertura di nuove linee di credito.

Coinvolte Mobi srl (fallita il 29 novembre 2019, ma già ’decotta’ dal 2014), i reati contestati a L.B. erano quelli tipici dei crack: distrazione patrimoniali, debiti verso l’Erario ed enti locali per omessi versamenti dei tributi diretti e indiretti, mancati pagamenti di contributi previdenziali.

La società in stato di insolvenza avrebbe ’maturato’ un passivo di quasi due milioni e mezzo di euro.

Nelle carte dell’inchiesta è risultata coinvolta anche Body Care Service sas in riferimento alla distruzione e occultamento di libri contabili, distrazione di svariate somme tramite home banking.

ste.bro.