REDAZIONE FIRENZE

Truffa del bitume, due condannati per frode

La ditta che fornì il materiale per lavori in Mugello tentò di corrompere un funzionario.

Truffa del bitume, due condannati per frode

Nel 2017 fu posto agli arresti domiciliari un uomo accusato di istigazione alla corruzione per aver tentato di far accettare una mazzetta a un responsabile dell’Ufficio Viabilità della Città Metropolitana di Firenze, a motivo di una gara di appalto per i lavori di manutenzione delle strade del Mugello.

Quel funzionario, Giuseppe Biancamano, rispose con un secco no alla bustarella e lo fece arrestare. Insieme al “corruttore“, Raffaele Tizzano, furono indagati il titolare dell’impresa di Venafro di cui egli, originario di Acerra, era emissario e un geometra, con l’accusa di truffa aggravata: avrebbero fornito del bitume difforme da quello previsto..

L’iter giudiziario è andato avanti e il tribunale di Firenze giovedì scorso ha dato lettura del dispositivo della sentenza disponendo per due degli indagati (assolto il titolare dell’impresa), previa riqualificazione del reato, la condanna per la frode nelle forniture (art. 356 c.p.) ai danni della Città Metropolitana, nonché per uno di loro, anche la condanna in ordine all’istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.), con annessa condanna alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e della incapacità in perpetuo a contrattare con la pubblica amministrazione.

Il Tribunale ha condannato i predetti al risarcimento del danno, patrimoniale e non patrimoniale, nei confronti dell’amministrazione, da liquidarsi però in separata sede, oltre che al pagamento delle spese di costituzione e difesa della stessa, riservandosi il deposito della motivazione del provvedimento nei 90 giorni successivi.

Per il risarcimento del danno dovrà essere instaurato quindi un apposito procedimento civile.