Firenze, 10 aprile 2025 – “Firenze è un centro molto importante per noi e continua a esserlo”. Parola di Lorenzo Simonelli, presidente e amministratore delegato di Baker Hughes, a margine della cerimonia di conferimento del Pegaso d’Oro della Regione Toscana all’azienda americana – texana per l’esattezza – delle tecnologie per l’energia, che è presente sul territorio con lo storico marchio fiorentino Nuovo Pignone.
Il riconoscimento della Regione (“Un toscano che parla al mondo” le parole del governatore Eugenio Giani) arriva a pochi giorni di distanza dalla scelta di un progetto di Nuovo Pignone – robotica per il monitoraggio e l’ispezione di infrastrutture energetiche – fra i primi sei finanziati col bando per l’attrazione di investimenti esteri in ricerca e sviluppo. “Il 2024 è andato molto bene: l’energia continua a crescere, noi continuiamo a vedere un mercato positivo” le parole dell’ad originario della Val d’Orcia che ci tiene a condividere il premio con tutti i dipendenti.
“In questo momento il petrolio c’è e serve, però il gas è quello che tira di più, specialmente quando si vede la realtà del consumo dell’energia che non solo qui in Europa, ma anche in Asia e in paesi in via di sviluppo continua a crescere” spiega ancora. “Quello che facciamo noi in Nuovo Pignone con i compressori, le turbine, la liquefazione del gas naturale, serve per trasportare il gas, cosa essenziale. Stiamo facendo dei progetti in Qatar, negli Stati Uniti, in Malesia, quindi dappertutto, ovunque andate troverete Baker Hughes, i compressori di Nuovo Pignone”, dice Simonelli a cui è capitato di stare al telefono con Trump anche due ore. Di cosa parliamo? Dell’importanza dell’energia, di quello che sta succedendo nel mondo energetico”.

Simonelli rassicura tutti anche sull’ipotesi di ’reshoring’ produttivi negli Usa. ““Noi abbiamo una capacità qui che riteniamo molto importante, e infatti stamattina (ieri, ndr) i miei colleghi parlavano di piani di investimento e sviluppo in più qui in Italia: quello che si fa qui, si fa qui” le parole del Ceo che non pare preoccupato per i dazi (nella serata di ieri è arrivato il passo indietro del presidente Usa con la sospensione per novanta giorni, ndr). “Siamo un’azienda che è qui da più di 130 anni, quindi sappiamo gestire i cambiamenti, si vedrà come gestirli” dichiara l’ad ricordando che “noi produciamo ed esportiamo in tutto il mondo e importiamo anche prodotti, quindi si deve vedere tutto l’aspetto della catena del valore e vedere quella che sarà la situazione finale. Direi che è un po’ presto per dare delle indicazioni su quello che sarà, molto è ancora in gioco” conclude l’ad.