
La Costa Fascinosa
Tunisi, 19 marzo 2015 - IL TASSISTA Mohamed, portandomi dal porto della Goulette al centro di Tunisi sul suo cab 2085 era sicuro: «Stia tranquillo, qui i fanatici dell’Isis non possono colpire, vede quanta polizia c’è in giro?». E in effetti, guardando fuori dal finestrino, la presenza dei militari era impressionante: due blindati davanti alla sede del Governo, e poi torrette, sacchetti di sabbia, militari con i mitra spianati, e filo spinato quasi ovunque. Una democrazia che si protegge con i mitra. Avessi saputo che appena dieci minuti dopo questo scambio di battute, il demone del fanatismo islamico avrebbe compiuto una strage a due passi da me, non avrei certo sorriso rispondendo: «Però qualcosa temete, sennò perché questo spiegamento di forze?». E lui: «No, qui tutto tranquillo. Turismo troppo importante per noi».
LA VITA a volte è una roulette tragica, una tombola dove non sai quando è il turno del tuo numero. Realizzare che solo per un rivolo fortunato del destino ieri il mio numero non è uscito, ovvero che io, la mia compagna e mia figlia di appena tre anni, non siamo stati coinvolti nella strage del museo del Bardo, gela il sangue. Come migliaia di altri italiani, a Tunisi ero arrivato ieri mattina via Palermo a bordo della Costa Fascinosa. Una normale crociera per il Mediterraneo di sette giorni. Con noi, altri connazionali arrivati a bordo di un’altra nave da crociera italiana, la Msc Splendida. Una marea di turisti pronta a riversarsi in città. E i mostri della ferocia islamica questo lo sapevano.
COME SEMPRE succede in questo tipo di crociere, ognuno si organizza per vedere le bellezze del luogo. Alcuni lo fanno in proprio, i più in comitiva organizzata. Il tour del quale facevano parte le vittime del Bardo, organizzato dal personale di Costa Fascinosa, era dunque partito alle 8,15. Tre pullman carichi di turisti, perlopiù italiani, decisi a vedere al prezzo di 59 euro, prima Cartagine e poi uno dei pochi musei di valore della città. Non amando i ritmi della comitiva, avevo scelto di vedere Tunisi in taxi. E dunque, negli stessi momenti in cui si stava organizzando il massacro, io passavo ignaro accanto a questi fanatici assassini, sfiorandoli senza saperlo: viale Bourghiba, il Parlamento con il filo spinato attorno, e il Museo del Bardo, prima di farmi lasciare davanti alla Medina: «Ci vediamo tra due ore».
ERANO dunque le 11,30, pressappoco la stessa ora dell’inizio dell’azione terroristica, quando a pochi passi dal museo del Bardo, io rimontavo sul taxi per farmi riportare sulla Costa Fascinosa. E qui, poco dopo il mio arrivo, giungeva la notizia del massacro. Il destino che setaccia la fortuna, che divide vita e morte con la banalità di un lancio di moneta: testa o croce? Sapere che le stesse persone che la mattina avevano fatto colazione con te, prima di partite per Tunisi, o che la sera prima avevano fatto gli stessi tuoi giochi sul ponte della nave, con la stessa leggerezza gioiosa da italiano in gita, adesso sono solo poveri corpi senza vita per aver scelto il pullman sbagliato, l’escursione errata, è come un pugno nello stomaco. Guardi accanto a te la figlioletta che non capisce perché di tanta improvvisa tensione: «Babbo, perché non si gioca più?», il morso è all’anima. Per me, ma forse non per tutti.
Quando alle 16 il comandante Ignazio Giardina finalmente racconta ai microfoni della Costa dell’attentato, la nave ha come una reazione inconsulta. Qualche anziano viene preso dal panico («Oddio, ora ci uccidono tutti») ma sui ponti dove si prende il sole si continua a scherzare come niente fosse. E non diminuiscono nemmeno gli schiamazzi in piscina e nelle vasche idromassaggio. Forse a ribadire come l’altro mostro di questi tempi, oltre al fanatismo, sia l’indifferenza, la lontananza vuota da tutto, soprattutto dalla consapevolezza civile e dalla misericordia.
IL PORTO della Goulette è bloccato, controllato da militari, nessuno può scendere dalle navi. La prima conseguenza è che tutte le feste a bordo sono ovviamente annullate. E anche la partenza da Tunisi resta avvolta dal mistero. La Costa Fascinosa doveva mollare gli ormeggi alle 19, ma tutti vanno a cena e nessun cenno di partenza.