Maxi cantiere dell’Alta Velocità, Campo di Marte. Un martedì mattina in cui splende uno dei primi veri soli d’autunno. L’aria è frizzante anche per l’annuncio tanto atteso. Scocca l’ora x, le 11.52. Marika entra in funzione. Per un pò Iris può riposare, dopo aver scavato a 20 metri sottoterra la prima galleria in grembo al pancione di Firenze fino alla Fortezza Da Basso. Un sibilo meccanico dovuto al pulsante azionato dai tecnici precede lo striscione bianco rimosso a indicare il nome della seconda talpa - in gergo tecnico: Tbm, Tunnel Boring Machine - pronta a partire. La sua missione? Scavare il secondo tunnel del Passante AV di Firenze da Campo di Marte a Rifredi. Così, un altro "fondamentale" tassello si aggiunge al mosaico della mastodontica opera da 2,7 miliardi, lunga 8,35 chilometri (di cui 7 non in superficie) pronta a "cambiare identità alla città, a migliorare la vita di pendolari, fiorentini e trasporto regionale" in un colpo solo entro il 2028. Il progetto (che vede Rfi come committente dell’opera, Italferr alla Direzione Lavori, eseguiti dalla stazione appaltante del Consorzio Florentia nato dalla fusione delle due società Pizzarotti e Saipem), va avanti col vento in poppa, cronoprogramma (per il momento) rispettato per la creazione del ’camerone’, la stazione sotterranea Belfiore uscita dalla penna dell’architetto Foster, più due gallerie a singolo binario, poste mediamente a 20 metri di profondità. Tecnicamente, Marika è immensa: pesa 1470 tonnellate, è lunga 112 metri, con un diametro di scavo pari a 9,4 metri. Oltre 4.500 kilowatt di potenza, con una velocità di scavo da 800millimetri al minuto, 1500 metri cubi al giorno.
L’equivalente di due treni da 19 vagoni, giusto per rendere l’idea. E la seconda fresa non interferirà in alcun modo con Iris: la prima verrà utilizzata in continuità della seconda per lo scavo della galleria del binario in direzione Sud. Ora che Iris è giunta in Fortezza Da Basso, dopo 1850 metri di "perforamento sostenibile", con i conci a fare da rivestimento alla galleria. Per il governatore Giani "la giornata di oggi - ieri, ndr - rappresenta una tappa fondamentale nel processo che abbiamo riattivato, quando dopo sei anni di interruzione dei lavori (la talpa allora non partì) iniziammo quella che fu la procedura prima di revamping della talpa e poi della vera e propria partenza di Iris nell’ottobre ’23. Sono orgoglioso di vedere come i lavori stanno procedendo. Nel 2028 vedremo finalmente i treni sfrecciare sotto terra: i treni regionali non avranno più il problema dell’accumulo dei ritardi. I lavori per il People Mover potranno partire nel 2028 quando sarà completata la stazione di via Circondaria di superficie, la Foster". Uno scorporo dei flussi di traffico dell’alta velocità che lascerà come base per i regionali Santa Maria Novella, con 200 treni in più a favore dei pendolari (da 414 a 616).
Il People Mover si inserisce nel quadro come "ascensore orizzontale" da piazzare negli attuali binari 1-2 di Santa Maria Novella fino alla stazione di superficie di via Circondaria. Con Giani che ha promesso 45 milioni "gia previsti" e accantonati. Ma è da svecchiare il progetto di fattibilità datato 2021, in fase di presentazione dei progetti per il Pnrr. E dato che l’opera è traslata nell’accordo di servizio Regione-Stato-Rfi va adesso messo a terra il "nuovo disegno di un pezzo della città sopra la stazione Foster", ha detto la sindaca Sara Funaro rivolgendosi a Ferrovie, "con cui ragioneremo insieme alla regione Toscana su tutti i servizi che dovranno essere erogati e tutto il collegamento con la stazione Santa Maria Novella". Intanto l’amministratore delegato di Rfi Gianpiero Strisciuglio ha confermato "il completamento nel 2028 di un’opera che darà un miglioramento quali-quantitativo anche per il trasporto regionale, consentendo la specializzazione delle infrastrutture". Non prima di smentire l’"allarme" lanciato dalla commissione di collaudo per la mancanza del piano di emergenza, denunciato dall’ingegner Montanari. "Nessun allarme - assicura l’ad Strisciuglio. Piena aderenza, in totale sicurezza, al quadro normativo nazionale ed europeo". Nel frattempo l’orizzonte va a Marika, che "entro Natale scaverà 350 metri fino ad arrivare sotto al parcheggio dell’Ataf", garantisce il direttore tecnico degli scavi meccanizzati Salvatore Vella
Francesco Ingardia