REDAZIONE FIRENZE

Turismo, senza i russi 200 milioni in meno

Li chiamano ’big spender’: il loro scontrino medio è fra gli 800 e i mille euro. Gli operatori: "Sarà un’altra stagione di crisi"

Li chiamano "big spender" perché anche se non sono oligarchi o miliardari i turisti russi che negli anni scorsi hanno scelto Firenze per le loro vacanze non hanno mai badato a spese. Il loro identikit li descrive come veri amanti della moda e del lifestyle ma anche del cibo e del vino. E i numeri parlano chiaro: fra Firenze Siena e la Versilia si parla di un business da oltre 200 milioni di euro l’anno.

Nel 2019, prima della pandemia, i turisti russi in Italia erano stati 1,7 milioni con 5,8 milioni di presenze e una spesa di 984 milioni di euro (secondo Bankitalia). All’epoca rappresentavano la seconda nazionalità per acquisti (12% del totale del mercato) con interessanti prospettive di crescita, dal momento che il loro shopping aveva registrato un +8% rispetto al 2018. Nel periodo gennaio 2021-febbraio 2022, a seguito della pandemia e delle restrizioni legate al Covid, il volume di acquisti tax free dei russi in Italia è diminuito rispetto al 2019, ma questa nazionalità ha comunque fatto registrare uno scontrino medio significativo, pari a 1.215 euro (+78% rispetto al 2019). Nel 2021 la meta di shopping preferita dai turisti russi è stata Milano, con il 39% delle vendite totali, seguita da Roma con il 17% degli acquisti tax free. Sempre nell’anno da poco concluso, Venezia è stata la città in cui si è registrato lo scontrino medio più elevato: 2.060 euro, Firenze però si è fatta valere con il secondo scontrino medio più elevato: 1.837 euro.

Così l’appello del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che nel video collegamento con le Camere ha detto: "Funzionari e oligarchi russi utilizzano l’Italia come luogo per le loro vacanze, non dovete accogliere queste persone", ha lasciato – al netto delle valutazioni politiche e diplomatiche – gli operatori del turismo perplessi. Anche se – è la prima considerazione – le sanzioni saranno stabilite dal governo e non certo dagli operatori. Di fatto però il problema non si pone proprio: dalla Russia, così come dall’Ucraina e da tutta l’Europa orientale, non sta arrivando nessuno e non ci sono previsioni che la prossima estate possa andare diversamente.

"L’Unione europea – spiega Ivana Jelinic, presidente della Fiavet – ha congelato gli affari degli oligarchi russi oltre confine, quindi tutti coloro che avevano yacht e ville per esempio in Costa Smeralda non hanno potuto pagare gli stipendi al personale, per lo più sardo, impegnato presso di loro, che è stato licenziato. Non riesco a comprendere la richiesta di Zelensky all’Italia di congelamento dei beni già congelati a livello europeo già dal 2 marzo. Il turismo russo non esiste, abbiamo perso più di un milione e mezzo di turisti che erano importantissimi per alcuni territori italiani con una spesa media del 70% in shopping di beni artigianali".

Il fronte toscano è ancora più lapidario: non solo i turisti russi non si vedranno, ma di pari passo con il crollo delle borse stanno crollando anche le previsioni sulle presenze americane e sulla stagione turistica che sta per aprirsi si addensano di nuovo i venti della crisi.