SANDRO
Cronaca

Tutta Firenze con la sua civiltà è con Kata

Kata è scomparsa da due mesi. Il suo sorriso dolce è un inno alla vita e alla gioia. Ma come è possibile che qualcuno possa infliggere sofferenze gratuite a una bambina di cinque anni? Tutti a Firenze sono con Kata e vogliono che torni a sorridere.

Sandro

Rogari

Domani saranno due mesi da quel 10 giugno in cui Kata è scomparsa. Quasi ogni giorno, per sessanta giorni, le cronache dell’abisso che sembra averla inghiottita sono

state accompagnate dal suo sorriso dolcissimo. Quel sorriso è un inno alla gioia e alla vita, è l’espressione del bene e della felicità che da esso promana. È un sorriso che conquista, subito. Che ci rende tutti partecipi e solidali. Ci sentiamo subito schierati dalla parte di quella bambina indifesa che viveva la sua infanzia gioiosa in un mondo tanto sordido. Per mesi, per anni non ci siamo accorti di nulla. Oppure facevamo finta di non conoscere la violenza e il sopruso sistematico perpetrati in quell’ex hotel alla periferia della città. Non ci riguardava. Eppure, in quell’abisso c’era Kata e tanti altri bambini come lei. Bambini che giocavano in quel cortile. Apparentemente come tanti altri, i nostri figli e i nostri nipoti. Bambini che sembravano non essere sfiorati dal male. Perché il sorriso di Kata è travolgente; neppure presuppone l’esistenza del

male. Basta guardarla per condividerne la gioia infinita.

Allora diviene spontaneo un quesito. Com’è possibile che chicchessia concepisca di

infliggere sofferenze gratuite ad una bambina di cinque anni? Quale mente votata al

male può superare il confine morale dell’offesa portata ad un essere innocente e

indifeso. Quale torto vero o presunto dei genitori, se questo è il movente, può

contemplare la violenza della sottrazione alla famiglia di una bambina?

Dobbiamo pensare che quel sorriso luminoso che ti riconcilia con la vita e con

l’umanità, che quella creatura indifesa che gioisce di poco e rende la vita di tutti noi

degna d’essere vissuta dicono qualcosa solo al nostro cuore? È possibile che gli autori

del sequestro, esseri umani come noi, non siano mossi da un atto di pentimento e di

riscatto? Non possiamo vivere pensando che vicino a noi ci sono esseri non disposti a

ricredersi del male fatto a un’innocente e restituire Kata alla sua mamma. Tutta Firenze con la sua civiltà e il suo umanesimo è con Kata e vuole tornare a sorriderle.