
di Christian Campigli
FIRENZE
Non fosse morto nel 1924, Franz Kafka avrebbe dedicato a questa grottesca vicenda uno dei suoi immortali racconti.
Da una parte un immigrato, perfettamente integrato nel nostro paese, giovane, ambizioso e con un lavoro stabile. Che chiede solo di poter avere quel foglio di carta senza il quale diventa impossibile anche solo potersi far visitare da un medico di base. Dall’altro lato dello steccato la burocrazia italiana, lenta, farraginosa e lontana da standard accettabili.
La storia di Hashmi Mahmood, trentuno anni, pakistano, è l’esemplificazione di un problema con il quale i rappresentati della Cgil si scontrano ogni giorno. "Devo rinnovare il mio permesso di soggiorno, ma non è possibile prenotare l’appuntamento online. Così, lo scorso 1 giugno sono andato alle sette del mattino in fila, di fronte agli uffici della polizia, in via della Fortezza. Ho aspettato più di un’ora, poi un agente mi ha detto che erano finiti i numeri e che dovevo tornare. Il lunedì successivo, il 7, sono arrivato alle sei del mattino, ho fatto quattro ore in fila, ma avevo di fronte a me un muro umano di oltre seicento persone. Molti avevano dormito all’aperto, con dei sacchi a pelo, pur di ottenere quel documento. Mentre ero in fila ho parlato ad una ragazza. Mi ha raccontato come fosse la terza volta che perdeva l’intera mattinata senza ottenere il permesso di soggiorno. Lei abita lontano dal centro storico di Firenze e non ha un mezzo proprio, un’automobile o un motorino. È quindi costretta ad aspettare che inizi il servizio di autobus. E prima delle sette e quindici non riesce mai ad arrivare. Sono disperato e anche un po’ preoccupato, ogni volta che devo tornare negli uffici per l’immigrazione sono costretto a prendere un permesso di lavoro".
Un problema enorme, che coinvolge centinaia di persone. Ma qual è la possibile soluzione? "Da mesi chiediamo venga istituito un sistema di prenotazione online degli appuntamenti – racconta Chiara Torsoli, della Flai Cgil -. In quel modo si renderebbe tutto il sistema più rapido. Lo straniero presente in Italia avrebbe un pezzo di carta (la prenotazione, appunto) che servirebbe in caso di un controllo da parte delle forze dell’ordine. E saprebbe che il giorno x dovrebbe presentarsi per ottenere il permesso di soggiorno. Due giorni fa ho accompagnato Hashmi dal medico di base e ci sono stati attimi di tensione per colpa di questo documento ancora non rinnovato. Qui stiamo parlando di ragazzi perfettamente integrati, che lavorano, pagano le tasse e desiderano vivere nel nostro paese (che ormai è diventato anche il loro) con serenità. In una nazione che riesce a prenotare milioni di appuntamenti per i vaccini, risulta davvero incredibile che il ministero non abbiano modo di strutturare un servizio all’altezza. L’ufficio per gli immigrati della questura deve essere potenziato. Nei prossimi giorni, come Cgil, chiederemo un incontro al questore per rappresentare questa situazione non più sostenibile".