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Tutti alla ricerca dei funghi. Due morti in ventiquattr’ore. I consigli per evitare i rischi

La stagione è iniziata, ma non tutti sono preparati. Le Asl controllano gratuitamente la tossicità delle raccolte. In Toscana ci sono già delle vittime recuperate nei boschi dalla Montagna pistoiese all’Amiata.

La raccolta dei funghi porta tanti curiosi nei boschi; è, però, necessario fare molta attenzione

La raccolta dei funghi porta tanti curiosi nei boschi; è, però, necessario fare molta attenzione

di Tommaso Carmignani

Appassionati dell’ultima ora e cercatori della domenica, mettetevi pure l’anima in pace. Se chiedete ad un esperto fungaiolo un consiglio su dove andare, nella migliore delle ipotesi questi vi risponderà facendo spallucce, offrendovi dettagli vaghi e poco chiari, oppure – ed è l’ipotesi più probabile – mandandovi completamente fuori strada. Perché la prima regola di un cercatore che si rispetti è non rivelare mai i propri segreti, neanche al più caro degli amici.

Eppure, quando la stagione promette bene, riempire il cestino di prelibatezze non è poi così difficile. Basta seguire qualche accorgimento, avere occhio e un po’ di allenamento per camminare qualche ora nel bosco.

E così eccoci qui, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, quando il caldo estivo lascia spazio alle piogge e i boschi si riempiono di funghi. Dove andare, come comportarsi, quali specie raccogliere e quali è meglio lasciar perdere. E ancora: i permessi da rispettare e i consigli da seguire. Gli appassionati di funghi in Toscana sono migliaia: qualcuno più esperto, altri un po’ meno, ma le regole sono le stesse un po’ per tutti.

Tanto per cominciare, le specie. I funghi più pregiati appartenenti al genere dei Boletus sono da sempre i più ambiti dagli appassionati. Boschi di faggi, abeti o castagni se si è in quota, ma anche di quercia o carpino se ci si trova ad altitudini più basse: il porcino, con la sua fisionomia inconfondibile, domina sia nel bosco che in cucina. Ma anche l’ovolo, nome proprio dell’Amanita Caesaria, è certamente uno dei funghi che va per la maggiore. Da non confondere con la temutissima Amanita Phalloides, si distingue dalla sua cugina velenosa per alcune caratteristiche chiave. Quest’ultima, considerata altamente tossica, è la principale responsabile delle intossicazioni a cui ogni anno vanno incontro i fungaioli più avventati.

Per evitare rischi inutili, le Asl di tutta la Toscana mettono a disposizione sportelli gratuiti che offrono la consulenza di esperti micologi in grado di identificare le specie. Soltanto nel territorio dell’Asl Toscana Centro ce ne sono 8. E poi c’è la questione dei regolamenti e dei permessi: per la raccolta funghi in Toscana si paga un bollettino postale di 25 euro, ma prima di recarsi in bosco è fondamentale controllare i regolamenti dei territori, perché possono cambiare.

Già, ma dove andare? Le zone migliori sono ovviamente quelle dell’Appennino pistoiese e della Garfagnana, ma ogni provincia ha i suoi luoghi magici: dal Casentino alle pendici dall’Amiata, dalle colline Metallifere al Monte Serra, dalla val di Merse alla Valdera. Servono pazienza, occhio allenato e un pizzico di fortuna, ma soprattutto prudenza. Avventurarsi in zone impervie e gole profonde non è mai una buona idea. Anche se la ricompensa è un bel cesto di porcini.