REDAZIONE FIRENZE

Tutti assolti per lo stupro "Più formazione per i giudici"

La Cgil chiede maggiore specializzazione sulla violenza di genere. D’Elia (Pd) e Zanella (Avs): "Il fraintendimento non può cancellare il reato".

"Maggiore attenzione e specializzazione da parte dei magistrati sula violenza di genere e in particolare sulla violenza sessuale". È la richiesta della Cgil Toscana dopo la pubblicazione delle motivazioni che assolvono dall’accusa di stupro di gruppo ai danni di una ragazza, all’epoca dei fatti minorenne, consumato da due giovanissimi nel 2018 in una festa alla Rufina. "Le sentenze – spiegano dalla Cgil Toscana – non si commentano si usava dire, ma stavolta non si può rimanere in silenzio, siamo colpite profondamente. La vicenda conferma purtroppo, e non ne avevamo bisogno, a danno di un’altra donna, la insufficiente attenzione e specializzazione, relativamente a tutti i gradi del processo. Per questo occorre dare corso con forza e tempestività alle linee di indirizzo del Csm che non ha mancato di confermare ‘la valenza irrinunciabile della specializzazione degli uffici’ – requirenti e giudicanti – che trattano i procedimenti relativi ai reati di violenza di genere". I due imputati, appena maggiorenni, difesi dagli avvocati Neri Cappugi e Cesare Martucci, e un terzo, giudicato separatamente (procedimento conclusosi con la messa alla prova) avrebbero agito "condizionati da un’inammissibile concezione pornografica delle loro relazione con il genere femminile – scrive il giudice nella sentenza – forse derivante da un deficit educativo e comunque frutto di una concezione assai distorta del sesso".

Ma nonostante questo deprecabile atteggiamento, prosegue il giudice, essi "hanno quindi errato nel ritenere sussistente il consenso" della ragazza. "La formazione obbligatoria – concludono dalla Cgil – e qualificata deve costituire inoltre un presupposto inderogabile per il magistrato delegato a trattare questa materia. Questo il minimo sindacale che pretendiamo perché possa essere assicurata giustizia". Sul caso si è espressa anche la vicepresidente della Commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio, Cecilia D’Elia. "È importante ribadire che il ‘fraintendimento’ del consenso non puo’ cancellare il reato". Secondo Luana Zanella, segretaria commissione sul femminicidio, invece "la sentenza del Tribunale di Firenze, per quel che apprendiamo, è molto inquietante perché demolisce un concetto fondamentale stabilito anche dalla Convenzione di Istanbul: quando non c’è il consenso della donna l’atto sessuale è sempre uno stupro".