Poca voglia di parlare e bocche quasi cucite. Se non per uno spiraglio dal quale escono parole, non di rabbia, ma di incredulità. "Non crediamo siano stati loro. Non possono essere arrivati a questo: siamo sicuri che riusciranno a chiarire come è andata". Tra via dei Confini e via de’ Tintori, lo strappo di Campi dove già ieri i carabinieri avevano notificato l’avviso di garanzia ai tre indagati, prelevando i loro campioni di Dna e perquisendoli, cercando l’arma del delitto, il morale è nero. Gli amici dei tre giovani li descrivono come incapaci di fare quello di cui sono accusati. La loro notte è stata di insonnia pura. "Hanno pianto quasi ininterrottamente – dice chi qui li conosce bene – e sono in una sorta di stato di choc. Tra loro c’è Francesco Pratesi, appena 18 anni. "Il ragazzo – dice il suo legale Francesco Ceccherini che lo difende con il collega Francesco Tesi, a nome dei genitori – si è presentato spontaneamente ai carabinieri sabato scorso, trovando un momento di lucidità nella difficoltà in cui si trovava. Un gesto di sua iniziativa, non concordato con noi. I suoi genitori sono a loro volta sconvolti". I carabinieri sono piombati per queste strade poco dopo le 14 di ieri per l’esecuzione della misura cautelare, la mossa era forse attesa dai tre che si sono consegnati senza protestare con un intero quartiere attonito alla finestra. Lo stato d’animo degli altri tre giovani indagati resta teso. Dai loro avvocati tra cui Vanessa Luperi, emerge che sono disponibile a raccontare la loro versione dei fatti e chiarire ciascuno la propria posizione. "I loro volti qui – racconta un commerciante che chiede l’anonimato – li conosciamo bene. Un po’ irrequieti forse, ma mai nessun problema. Speriamo che la verità esca fuori presto". Con la partenza delle gazzelle dei carabinieri le ’vele’ di Capalle si sgonfiano, mentre a gonfiarsi sono le tende delle finestre. Vengono tirate per evitare occhi indiscreti o domande invadenti. Tre dei ’figli’ di questo strappo di hinterland passeranno la notte a Sollicciano. E questa, per loro, è già una ferita profondissima.
Cronaca"Tutti e tre in lacrime. Non sono criminali"