GABRIELE
Cronaca

Tutti fermi in fila nella città green. E s’inquina di più

L'articolo analizza il traffico congestionato a Firenze e i lavori in corso, con un'occhiata anche a Roma. Si riflette sulle sfide della mobilità urbana e sull'impatto ambientale delle auto.

Canè

Volendo scomodare

il Sommo Poeta, potremmo paragonarli alla "perduta gente". Esageriamo, certo,

ma di questi tempi vediamo aggirarsi, e soprattutto accatastarsi gli automobilisti fiorentini in una sorta di "città dolente". I cantieri ci mettono tanto di loro, ovvio. Se piove, poi, servirebbe veramente

un Caronte dal cuore buono per traghettarci in tempi ragionevoli verso la destinazione desiderata. E non è finita qui, perché presto sarà Natale. Un periodo dell’anno in cui a qualcuno capita di essere più buono, mentre a tutti viene di prendere di più la macchina in un ingorgo perenne che si dissolve come per incanto solo alla sera della vigilia.

E’ vero che al peggio non c’è mai limite: se capitate a Roma tra piazza Venezia e il Colosseo dove si sta sviluppando una nuova linea di metro (beati!) è come fare una passeggiata su un vulcano in eruzione: con il traffico impazzito attorno. Fatti loro. Anche quelli nostri, però, hanno un loro cratere: piazza Libertà. Dove ora stanno finendo i lavori, ma presto passeranno i tram, tanti, e dalle prove già si vede come per le auto non andrà meglio, con tempi e spazi stretti, dunque possibili code con vista fin dalla Fortezza, bene che vada. Previsioni da uomo della strada, appunto. Gli esperti sapranno certamente dosare i flussi partendo, speriamo, dalla realtà di oggi, che vede Firenze ai vertici nazionali come mezzi privati circolanti, poco meno di 800 tra auto e moto ogni mille abitanti. In un mondo green i mezzi pubblici renderanno certamente inutili le due e quattro ruote, e andremo tutti in tram a comperare l’albero di Natale. Ma oggi non è così. Oggi le vetture esistono, e più si ingorgano più inquinano. Peccato. Perché Piazza Libertà ora ha un suo fascino. E’ vero: le panchine-sarcofago sono un orrore, ma senza quella catasta di lamiere, almeno ci si potrebbe sedere per riposare. E prendere pure una boccata d’aria.