FRANCESCO
Cronaca

Tutti i segreti del caffè, un tesoro in pericolo

E’ la terza bevanda più consumata al mondo, ma se ne produce sempre meno fra danni all’ambiente, pandemia e guerre. Cosa si può fare?

di Francesco

Sanapo *

Il caffè è la terza bevanda più consumata al mondo, ciò nonostante tutti i paesi produttori ne stanno producendo sempre meno, in particolare la varietà arabica, che rappresenta più della metà della produzione mondiale. A ciò si associa il problema della forte richiesta di questo prodotto, data dal grande consumo che tutti noi facciamo. Infatti sono tanti i paesi che hanno riscoperto questa bevanda, basti pensare alla Cina, per antonomasia paese consumatore di tè, che guarda alla bevanda nera come una degna "compagna di merenda" di quella più tradizionale. D’altra parte la minore capacità produttiva deriva anche da altre problematiche, a partire dalle condizioni climatiche, sempre più avverse che stanno colpendo i produttori. Il fattore che più ha danneggiato i raccolti è quello de La Niña, fenomeno meteorologico che causa il raffreddamento del Pacifico in Sudamerica e che spinge l’acqua più calda verso l’Asia.

Durante questa fase, generalmente, nell’America del sud si tende ad avere più siccità con temperature invernali più secche e calde del normale. Ciò, oltre ad aver penalizzato la produzione del 2021, secondo alcuni studi avrà conseguenze anche su quella del prossimo anno. Insomma, produrre caffè oggi è sempre più difficile. E alle ghiacciate del Brasile, alle forti piogge in Colombia, alle problematiche generate dal Covid, si deve aggiungere la guerra in Etiopia e la continua espansione del fungo leaf rust che sta ammazzando coltivazioni in tutti gli stati in cui il caffè viene prodotto. Che cosa sta facendo l’industria del caffè per rispondere a queste sfide? Innanzitutto ha alzato il prezzo del caffè proprio a sostegno di questa crisi produttiva che stiamo vivendo. Sul campo, invece, si sta sperimentando, grazie all’impegno dei ricercatori, la coltivazione di nuove varietà botaniche più resistenti alle avversità climatiche e capaci di produrre quantità superiori rispetto a quella arabica originaria. Ci auguriamo che questi test abbiano una buona riuscita, evitando il rischio di rimanere senza caffè entro il 2050.

* Fondatore Ditta Artigianale

e presidente caffetterieConfcommercio Firenze