REDAZIONE FIRENZE

Ucciso a Campi, oggi autopsia. Ferite mortali a pancia e schiena. Mou colpito da due persone diverse

Si stringe il cerchio sull’omicidio del 17enne accoltellato, spunta l’ipotesi di più killer: i fermi sono vicini. Al vaglio anche le sette telecamere di bus e supermercato

Indagini a tappeto per risalire agli autori del delitto (Foto Riccardo Germogli/Fotocronache Germogli)

Indagini a tappeto per risalire agli autori del delitto (Foto Riccardo Germogli/Fotocronache Germogli)

Firenze, 31 dicembre 2024 – Stringere il cerchio delle centinaia di persone in strada dopo una notte di musica e alcol, fino alla mano o alle mani che hanno inferto i cinque colpi fatali a Maati Moubakir, il 17enne accoltellato a morte all’alba di sabato in via de Tintori a Campi. È questo che da più di 24 ore i carabinieri della compagnia di Signa con i colleghi del nucleo investigativo di Borgo Ognissanti, coordinati dal pm Antonio Natale stanno tentando di fare. I primi risultati sono arrivati passando al setaccio una rosa di telecamere che potrebbe risultare fondamentale e far scattare i primi fermi per i sospettati.

Fra le telecamere oltre a quelle del supermercato Coop davanti alla quale è stato trovato il cadavere, ci sono le sette presenti sul bus 30 di Autolinee Toscane. Lo stesso 30 che, in base a una prima ricostruzione, Moubakir aveva intenzione di prendere dopo le 5.35 alla fermata Tintori, a 500 metri dalla discoteca dove si era trattenuto fino a chiusura, almeno due ore prima. Ed è proprio sul bus dove Mou non riuscirà mai a montare, che si concentra l’attenzione: è stato quello il mezzo usato dagli aggressori per scappare? Ci sono tracce utili a identificarli?

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La certezza è che i rilievi necroscopici sul corpo disposti dalla procura si terranno oggi. Ma, intanto, a parlare, sarebbero già le ferite rinvenute sul 17enne: cinque fendenti arrivati sia al ventre che alla schiena e compatibili, all’apparenza, con due armi da taglio differenti. Una pista che potrebbe far propendere gli inquirenti per un’aggressione lanciata da almeno due autori che si sarebbero scagliati armati su di lui: con cocci di vetro, lame o spranghe aguzze. Ipotesi, al momento, in attesa di conferma dopo l’esito dell’autopsia. Intanto è stato passato al setaccio il cellulare della vittima: un modo per capire di chi il giovane fosse stato in compagnia quella sera e se avesse appuntamento con qualcuno prima di prendere il bus.

Chi sono gli amici che erano con lui e si sono dileguati prima o al momento dell’aggressione? Risposte che potrebbero arrivare anche dai video della discoteca Glass Globe. Il titolare, Andrea Ceri precisa: “Noi abbiamo chiuso alle 4 e siamo andati a letto tranquilli, la strada era libera, non c’era nessuno” escludendo che l’arma che ha ucciso il giovane possa essere entrata nel locale. “Impossibile, abbiamo sei persone all’ingresso che perquisiscono tutti col metal detector. Alcuni addetti alla sicurezza hanno parlato con lui perché a un certo punto voleva uscire per andare a prendere un pò d’aria, tutto qua”. Non è chiaro se la lite del giovane con il gruppo di 6 o 7 persone armate di spranghe sia nata dentro o fuori dal locale, dove poi potrebbe essere andata in scena una resa dei conti. Per questo saranno fondamentali le testimonianze di persone che, fra le 5 e le 5.30 hanno udito grida, come “Ti ammazzo” provenire da via de Tintori. Come una badante che vive in via Risorgimento, a pochi passi. “Prima ho sentito un grosso botto – racconta – ma pensavo che tutto fosse finito lì, che potesse essere la bravata di qualcuno”.

Invece no. “Si sentiva urlare in continuazione, rumori di passi, non ho avuto il coraggio di aprire la finestra, ma si capiva che fuori c’era tanta gente, credo che si muovessero verso la zona della cartoleria”. Erano le 5, circa 40 minuti prima del ritrovamento del corpo del 17enne. Qualche istante di silenzio e poi quelle grida: “‘Scappiamo, scappiamo’ dicevano. Parlavano italiano. Poi hanno chiuso gli sportelli di un’auto che era qui in strada, e sono partiti a tutta velocità, probabilmente verso Firenze”. Intanto ieri il gruppo Telegram ’Welcome to Florence’ ha pubblicato la foto degli interni della portiera posteriore di un autobus, sporchi di sangue. L’immagine ha fatto il giro dei social e, ora, starà agli inquirenti stabilirne veridicità e utiltà anche se, da un primo esame, risulterebbe collegata a un’altra rissa avvenuta la stessa notte.

Claudio Capanni

Irene Puccioni