TOMMASO CARMIGNANI
Cronaca

"Maati doveva trovarsi in una comunità protetta”. 17enne ucciso, il dolore e le polemiche

Il giorno dopo la morte di Mou parla l’avvocato: “Aveva delle criticità e il tribunale ne aveva indicato l’inserimento in una struttura sanitaria. Perché non è stato fatto?”

Campi Bisenzio (Firenze), 30 dicembre 2024 – E’ nelle telecamere della zona e della discoteca Glass Globe, unite alle testimonianze di alcuni residenti, che gli inquirenti cercano la verità sulla morte di Maati Moubakir, il 17enne accoltellato nella notte tra sabato 28 e domenica 29 dicembre a Campi Bisenzio. Il ragazzo, nato a Poggibonsi da padre marocchino e madre italiana, aveva raggiunto la periferia fiorentina da Certaldo, città nella quale risiede, per una serata in discoteca. Ma sull’autobus che doveva riportarlo a casa non è mai riuscito a salire.

L’avvocato: “Doveva essere ricoverato in una comunità su ordine del tribunale”

“Era una ragazzo che aveva delle criticità, in parte per motivi di salute, in parte per questioni di dipendenza, e perciò già nel giugno 2024 il tribunale dei Minori di Firenze aveva indicato alle autorità socio-sanitarie competenti, fra cui la Società della Salute dell'area Empolese, di farlo inserire in una idonea struttura terapeutica. Ma tale cosa non è successa, non è stata fatta. Ci chiediamo quanti altri ragazzi si trovano nelle medesime condizioni di Maati, lasciati soli come lui".

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Il luogo del delitto (foto Germogli); nel riquadro la vittima, il 17enne Maati Moubakir

Lo spiega l'avvocato Filippo Ciampolini, legale della famiglia del 17enne. "Maati avrebbe dovuto essere seguito da una struttura già da sei mesi e i servizi sociali l'avrebbero dovuta individuare, invece ci risulta un rimpallo fra burocrazie sociosanitarie, ci sono stati solo alcuni incontri con i genitori ma senza l'esito indicato dal tribunale - sottolinea il legale - La sua vicenda deve indurre chi di dovere a una riflessione: ci sono altri nelle sue condizioni? Questo omicidio è un campanello di allarme".

Maati viveva a Certaldo con la madre, la nonna e una sorella più piccola. I genitori sono separati da qualche anno ma i rapporti tra loro non sono conflittuali. Il padre lavora come artigiano edile, la madre è dipendente in un'azienda. Tribunale dei minori e gli assistenti sociali si sono occupati di Maati. "Non ha avuto denunce, né condanne ma questioni personali di uso di stupefacenti come capita a molti giovani, e non parlo di eroina", specifica l'avvocato Ciampolini, invitando a "rispettare il dolore e il riserbo della sua famiglia, e la figura del 17enne". 

Acquisiti i video della discoteca

Intanto i carabinieri hanno acquisito le registrazioni delle videocamere di sicurezza della discoteca Glass Globe di Campi Bisenzio. "Noi abbiamo chiuso alle 4 e siamo andati a letto tranquilli, la strada era libera, non c'era nessuno", spiega il direttore Andrea Ceri, escludendo poi che il coltello che ha ucciso il giovanissimo possa essere entrato nel locale. "E' assolutamente impossibile, abbiamo sei persone all'ingresso che perquisiscono tutti da capo a piedi col metal detector. Il ragazzo - aggiunge - non era un cliente abituale. So che alcuni addetti alla sicurezza hanno parlato con lui perché a un certo punto voleva uscire per andare a prendere un po' d'aria, tutto qua".

Fiori sul luogo del delitto

Nel luogo in cui il suo corpo è stato ritrovato sono stati lasciati dei fiori. Alcuni residenti avrebbero sentito delle grida, mentre le telecamere di sorveglianza di un negozio mostrano alcune sagome che corrono veloci. Il delitto di Maati Moubakir potrebbe essere maturato nel contesto di una lite tra gruppi di giovani, ma il 17enne, quando è stato aggredito, con ogni probabilità era solo.

Si cercano gli amici e possibili testimoni

I carabinieri della compagnia di Signa e del nucleo investigativo di Borgo Ognissanti, coordinati dal pm Antonio Natale, stanno cercando le persone che sabato sera erano in compagnia di Mou. Potrebbero essere testimoni diretti del delitto, o comunque avere informazioni sugli autori e sul movente.

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La lite potrebbe essere scoppiata all’interno della discoteca Glass Globe, poco distante dal luogo del ritrovamento del corpo. Oppure è successo tutto fuori? E, soprattutto, perché ha avuto un esito così tragico? I due gruppi si sono incontrati per la prima volta sabato sera o gli assassini conoscevano Mou? Tutte domande alle quali gli inquirenti stanno provando a dare una risposta.

Certaldo avvolta nel dolore e nel silenzio

A Certaldo c’è poca voglia di parlare. Chi lo conosceva ricorda Mou come un ragazzo piuttosto schivo, ma comunque tranquillo e benvoluto da tutti. Non un violento, insomma. Aveva una grande passione per il calcio, ma per motivi di lavoro aveva dovuto abbandonare la sua squadra, gli Juniores del Gambassi. Si stava dedicando ad un corso professionale che gli avrebbe consentito di trovare un impiego come addetto alle vendite. La società gambassina lo ha ricordato con un messaggio di cordoglio, così come ha fatto anche il sindaco di Certaldo Giovanni Campatelli. “Il mio pensiero e cordoglio va subito alla famiglia, intorno alla quale ci stringiamo, in un abbraccio di affetto e di sostegno, in questo drammatico momento”.