Uffizi, capolavori ’riportati in vita’. Mostra-monito contro le mafie

Il direttore Simone Verde: "Ricordare è un dovere. Da qui un messaggio di forte. determinazione civile per il futuro". .

Uffizi, capolavori ’riportati in vita’. Mostra-monito contro le mafie

Uffizi, capolavori ’riportati in vita’. Mostra-monito contro le mafie

Due capolavori ’riportati in vita’ dalla distruzione, causata dalla bomba mafiosa della strage dei Georgofili, diventano adesso i protagonisti di una mostra-monito simbolicamente organizzata dagli Uffizi nella 31esima ricorrenza dell’attentato che strappò la vita a cinque persone, danneggiando gravemente decine di opere e parte della stessa Galleria.

I dipinti al centro dell’esposizione, offerti alla visione del pubblico insieme alle loro copie d’epoca (il cui studio e osservazione sono state fondamentali per consentirne il restauro) portano la firma del pittore caravaggesco del Seicento Bartolomeo Manfredi: si tratta delle grandi tele de ’Il Concerto’ e dei ’Giocatori di carte’. ’Il Concerto’ è stata a prima opera a essere stata sottoposta a intervento e parzialmente recuperata già pochi mesi dopo la strage, nel 1993. ’I Giocatori’ è stata invece l’ultima, con una speciale operazione realizzata proprio in occasione della ricorrenza della strage nel 2018. Entrambi i quadri si trovavano collocati (insieme all’altro grande capolavoro danneggiato dalla bomba, fortunatamente anch’esso restaurato nel corso degli anni Novanta, ’L’Adorazione del Bambino’ di Gherardo delle Notti), lungo lo scalone di accesso al Corridoio Vasariano. La mostra sarà visibile, da domani al 28 luglio, in un’ampia sala all’inizio del percorso di visita. Ad affiancarla, la proiezione di un videodocumentario con le testimonianze d’epoca dei vigili del fuoco che prestarono i primi soccorsi, e dei lavoratori del museo che intervennero la notte stessa della bomba per cercare di limitare i danni arrecati dall’esplosione.

"Ricordare l’attentato mafioso del 1993 è un dovere civico di tutti, a partire dal museo che di quell’attentato fu vittima, insieme a cinque persone innocenti. Per questo appena entrati in Galleria, tutti i visitatori, anche coloro che mai hanno saputo cosa accadde nel 1993, grazie a questa mostra avranno modo di apprenderlo. Inoltre, esporre i due capolavori strappati alla devastazione di quello che fu senza dubbio uno dei capitoli più bui della storia repubblicana, infonde in chi guarda un messaggio di forte determinazione civile per il futuro" dichiara Simone Verde, direttore degli Uffizi.