Il dado è tratto. CoopCulture subentrerà a Opera Laboratori Fiorentini – dopo 21 anni di gestione agli Uffizi – entro un mese circa. Dal museo non commentano la sentenza del Tar che rigetta tutti i ricorsi, ovvero quello di Ati Giunti di cui fa parte opera Laboratori, e Primo Nomine (tranne uno di Viva ticket, stralciato dai giudici e rinviato all’udienza del 5 febbraio sulla base di motivi aggiunti, in corso di causa) ma l’aria è quella di una smobilitazione immediata dopo un braccio di ferro andato avanti per mesi.
Sentito il parere dell’Avvocatura generale che ha assistito il principale museo fiorentino nella vicenda giudiziaria-amministrativa, il quartier generale degli Uffizi è pronto a stipulare il contratto con la vincitrice dell’appalto per cinque anni per 121mila euro. I servizi museali in questione, ovvero accoglienza, biglietteria e bookshop riguardano anche la Direzione regionale musei Toscana e Opificio delle Pietre Dure. Previsto un tempo tecnico per l’effettivo passaggio di consegne, si stima un mesetto. La vincitrice della tanto contestata gara del maggio 2023, ovvero CoopCulture, si era già impegnata a riassorbire parte del personale alle stesse condizioni economico-contrattuali, degli altri addetti invece (sui numeri reali c’erano stati degli screzi) se ne farà carico, sempre mantenendo gli stessi identici salari, l’impresa che subentrerà per la guardiania, sia per gli Uffizi come per gli altri musei.
L’altra novità, con il subentro del nuovo gestore, riguarderà i quattro euro (tre nel caso del biglietto per Palazzo Pitti o per il Giardino di Boboli) che fino a oggi vengono pagati per la prenotazione dei biglietti (che in base a un accordo interno servivano in parte per finanziare il personale per l’apertura di alcune sale). La clausola dei quattro euro non è più nel contratto con CoopCulture e, quindi, non sarà più applicata, dal momento dell’arrivo della cooperativa.
Il nuovo gestore, CoopCulture, contattato da La Nazione, preferisce non commentare l’ultima decisione del Tar, ma aspettare di vedere tutte le carte e confrontarsi con i propri legali anche perché Opera Laboratori Fiorentini (così come la seconda classificata alla gara, la spagnola Primo Nomine) potrebbe sempre fare ricorso al Consiglio di Stato per impugnare la decisione del tribunale amministrativo. Al momento Opera – anche in questo caso contattata da La Nazione – non vuole dichiarare alcunché e prendere tempo per decidere il da farsi. Ovviamente tra i lavoratori bocche cucite ma la preoccupazione non manca. A settembre scorso, i dipendenti di Opera avevano proclamazione lo stato di agitazione e l’apertura di una mobilitazione generale proprio perché preoccupati del futuro lavorativo e "la forte contrarietà per la crescente incertezza sull’effettivo mantenimento degli attuali livelli economici e normativi, compresi quelli stabiliti dalla contrattazione di secondo livello". Preoccupazioni che non riguardano soltanto i lavoratori di Opera in servizio agli Uffizi ma anche alla Galleria dell’Accademia e al Bargello dove sono in corso altri cambi. L’estate scorsa il Mic, Ministero della cultura, ha revocato a Opera Laboratori Fiorentini l’appalto dei servizi in essere in questi due musei. Il Tar, anche in questo caso, ha sospeso la revoca facendo proseguire il servizio "in continuità" ad Opera fino all’udienza pubblica del 5 marzo prossimo "per la trattazione della causa nel merito".
Barbara Berti