REDAZIONE FIRENZE

Ulivieri ’perdona’ Italiano: "Eccessivo, ma era teso. Ai miei tempi? Più serenità"

Lo storico tecnico del Bologna e tifosissimo viola, commenta lo screzio: "Dopo una gara così è dura non esultare. Una volta finiva tutto in campo".

Renzo Ulivieri alla fine degli anni ’90 quando sedeva sulla panchina del Bologna

Renzo Ulivieri alla fine degli anni ’90 quando sedeva sulla panchina del Bologna

Tifoso viola verace e icona della storia del Bologna, con oltre 200 panchine alla guida dei rossoblù. E poi ancora presidente dell’Associazione italiana allenatori nonché direttore della scuola per tecnici della Figc.

Chi meglio di Renzo Ulivieri può commentare il botta e risposta al veleno avvenuto domenica, al termine del ko della Fiorentina al Dall’Ara, tra Daniele Pradè e Vincenzo Italiano, reo – a detta del ds viola – di aver esultato in maniera smodata al termine del successo sulla sua ex squadra in un giorno di dolore per la scomparsa della madre di Palladino: "Anche ai miei tempi si vivevano così episodi del genere. Capitava talvolta di avere qualche dissidio con l’allenatore avversario... ma erano cose di campo che finivano lì" racconta.

Dunque anche a lei, Ulivieri, è capitato di rientrare negli spogliatoi al 90’ senza salutare l’altra panchina?

"Solo una volta, in occasione di un Bologna-Chievo vinto 1-0 all’ultimo minuto: ci fu un’invasione di campo ed io, che indossavo il cappotto ’buono’, per paura che nella festa mi fosse rubato rientrai di corsa nello stadio. Lasciai il giubbotto e tornai sul terreno di gioco per salutare gli avversari".

Fin troppo corretto. Ma torniamo a domenica: come valuta l’esultanza di Italiano?

"Ci sta che l’entusiasmo di Vincenzo sia stato un po’ sopra le righe ma io sono per i sentimenti liberi, a patto che l’espressione di questi non offenda qualcuno. Quindi non riesco a giudicare in modo troppo negativo quel che ha fatto".

Pradè però lo ha attaccato, evidenziando il lutto che aveva subìto Palladino…

"Sì, lo capisco. Ha ragione anche lui. Ma un comportamento rispettoso prima della partita è un conto. A fine gara, dopo un match teso come quello di domenica, un pensiero del genere non ti viene: è difficile tenere a freno le emozioni".

Come valuta lo scambio di battute tra il ds viola e il tecnico rossoblù?

"Io ho sempre cercato di sdrammatizzare i momenti di tensione: una volta mi capitò di commentare l’operato di un arbitro toscano che aveva fatto una ’bischerata’ nei confronti di un mio giocatore. Dissi: ’Oh ragazzi, gli è partita la rùzzola’. Pradè e Italiano non sono toscani… ma è partita la rùzzola anche a loro".

Crede che Italiano avesse del rancore verso la Fiorentina? "Per quel che so io no. Da tifoso però posso dire che se Vincenzo avesse del risentimento verso "noi" viola mi farebbe girare molto i c…".

Però negli ultimi anni alcuni fiorentini lo avevano spesso bersagliato allo stadio…

"È capitato anche a me di essere preso di mira al Franchi: quando da tecnico del Vicenza venni a giocare a Firenze negli anni ’90 c’erano alcuni tifosi, peraltro miei amici, che mi tiravano le monetine. Io le raccolsi tutte".

Pensa che il Franchi accoglierà male Italiano quando tornerà da avversario?

"Spero di no. Da tifoso penserei solo a ringraziarlo per il lavoro fatto negli ultimi tre anni".

Andrea Giannattasio