Ultimo saluto a Fiorenzo. In migliaia ai funerali: "La morte non sia vana"

Chiesa gremita per l’addio al diciannovenne che ha perso la vita sabato. La madre: "La scomparsa di mio figlio illumini altri ragazzi".

Ultimo saluto a Fiorenzo. In migliaia ai funerali: "La morte non sia vana"

L’uscita della bara dopo il funera di Fiorenzo alla chiesa di San Bartolo in Tuto

Oltre mille persone per ricordare Fiorenzo Elia Palmieri. Ieri pomeriggio la chiesa di San Bartolomeo in Tuto di Scandicci era gremita. Due comunità, quella di Scandicci e quella di Lastra a Signa si sono unite per dare l’ultimo saluto al diciannovenne che ha perso la vita sabato scorso in un terribile incidente stradale in via del Parlamento Europeo.

Lunedì sera a Lastra a Signa ugualmente in tantissimi avevano partecipato alla veglia funebre nella cappella della Misericordia del comune lastrigiano. Commoventi le parole della mamma Leonarda, che alla fine della cerimonia ha voluto raccontare di più su suo figlio.

"Quando succedono fatti di questo genere – ha detto – non sono tragedie, ma segnali che il Signore ci mette alla prova. Ecco vorrei che il sacrificio di mio figlio non sia stato vano, per questo chiedo a nostro Signore di illuminare almeno uno dei ragazzi che sono presenti, fargli capire il valore della vita, di non fare stupidaggini".

Parole toccanti quelle della donna, che si è stretta al marito Carmine alle sorelle e al fratello di Fiorenzo Elia, che compostamente le stavano vicino.

Alla cerimonia funebre erano presenti anche la sindaca di Scandicci, Claudia Sereni, con il suo vice Yuna Kashi Zadeh, e il primo cittadino di Lastra a Signa, Emanuele Caporaso. Tantissimi i giovani, gli amici e le amiche arrivati in chiesa per stare accanto ai familiari, piangere e ricordare gli episodi divertenti e le tante giornate passate insieme.

Alla fine San Bartolomeo in Tuto era pienissima, con le persone rimaste anche sul sagrato. Non muore mai veramente chi vive ancora nei ricordi di chi gli ha voluto bene. E per Fiorenzo Elia, sicuramente questa massima è ben spesa. Dopo la cerimonia i ragazzi sono tornati in via del Parlamento Europeo, il luogo di ritrovo abituale, stavolta con un motivo in più.

Commossi si sono seduti su quel maledetto marciapiede, hanno guardato i segni di vernice verde lasciati dagli agenti di polizia municipale che ha effettuato i rilievi, carezzato ancora una volta quel lampione ai piedi del quale il grande cuore di Fiorenzo ha smesso di battere.

Un lampione che adesso è ricoperto di scritte, dove hanno apposto le loro firme, lasciato i loro ricordi per l’amico che non c’è più. E’ un altro monumento della spoon river cittadina, costellata, lapidi, piccoli segni, poesie, memorie, fotografie. Sono ragazzi, ragazze, uomini, donne che, come Fiorenzo Elia, hanno perso la vita sulle strade di Scandicci. I loro familiari li ricordano, lasciando un segno nei luoghi nei quali hanno incontrato il loro destino. Un segno di memoria e dolore che diventa condiviso da una città intera.

Fabrizio Morviducci