STEFANO BROGIONI E FRANCESCO QUERUSTI
Cronaca

Il movimento dei dilettanti. Ultrà e cori al campo del paese. La fede ritrovata nel calcio minore

Tribune piene e coreografie, lo “spezzatino“ in serie A ha rivitalizzato la passione in periferia. E i presidenti di Reconquista e Barberino fanno pace dopo il petardo: “Si poteva giocare”

I campi di periferia riaccendono la passione dei giovani (Foto di repertorio)

I campi di periferia riaccendono la passione dei giovani (Foto di repertorio)

Firenze, 29 ottobre 2024 – Forse il famigerato “spezzatino“, che in questo caso non è il piatto forte della nonna ma la giornata della serie A diluita su tre, quattro giorni ogni fine settimana, non ha fatto soltanto danni. Perché la mancata contemporaneità tra il calcio dei grandi e quello dei dilettanti, una beneficio lo ha portato: ha riempito di nuovo i campi di periferia, ha riacceso la passione nei paesi, ha creato perfino brigate ultrà che seguono la squadra che rappresenta qualche migliaio di anime con la medesima abnegazione che contraddistingue il tifo per “le grandi“. Coreografie comprese.

Certo, il campanilismo e la rivalità sportiva sono alcune delle essenze che hanno contribuito a far vivere questa nuova stagione del cosiddetto calcio minore. Ma, a portare gli “ultras“ sulle tribune di stadi che a volte le tribune non ce le hanno neppure, può essere anche la volontà di non rinnegare la propria mentalità, ma al tempo stesso prendere le distanze da quel calcio dei big che non è più quello di una volta. Un voltare le spalle al business milionario e tornare alle origini: e oggi, quella genuinità è rimasta soltanto laddove i giocatori indossano la stessa maglia per decenni in nome del senso di appartenenza, non girano soldi e allenarsi sotto la pioggia non è un lavoro ma il proprio hobby preferito. Così, quando i viola non giocano la domenica pomeriggio - e succede spesso - ecco che si popolano gli spalti “minori“, con numeri di presenza impensabili qualche anno fa, quando a vedere i dilettanti c’era solo genitori e fidanzate.

A Firenze il primato per i supporter va al Centro Storico Lebowski che è seguito da tantissimi sostenitori che si sono quasi sempre evidenziati per correttezza e simpatia, insieme a uno spirito goliardico che fa parte della città. Fra le belle scenografie e stadio gremito in ordine di posti sono state le recenti sfide fra Antella e Grassina e anche fra Cerbaia, Sancascianese e Barberino Tavarnelle che hanno tutte gruppi locali come ad esempio le Brigate Rossoverdi del Grassina. A Borgo San Lorenzo lo striscione simbolo è “Fortis...simamente Fortis” con i biancoverdi che hanno sempre un numeroso seguito, come tante altre società mugellane. Ci sono gli alti ma anche i bassi: a Signa i “Boys” si sono sciolti dopo dieci anni, in calo di presenze gli Ultras Cani Sciorti Rufina. Da non dimenticare la Vecchia Guardia, gruppo storico di tifosi che ha accompagnato e accompagna ovunque la Rondinella, che in passato ha fatto pure la serie C.

Ma anche le realtà più piccole hanno il loro seguito ed in particolare i gruppi organizzati, soprattutto formati da giovani sostenitori, legati alle realtà quali Virtus Rifredi, con i Rude Boyz, Albereta, Sales, Ludus di Compiobbi, Reconquista San Piero, Barberino Mugello e altre realtà dove la rivalità paesana si unisce a quella fra coetanei dei rispettivi comprensori. E proprio il “fattaccio“ di Reconquista-Spartaco Banti Barberino di domenica scorsa, con la gara interrotta, non fermerà queste ventate di entusiasmo che stanno contagiando sempre nuove piazze.

Un caso eclatante che dimostra che il tifo non deve diventare violenza è infatti successo domenica scorsa prima del derby mugellano che si giocava a San Piero con lancio fuori dello stadio di bomba carta e altro materiale esplosivo che ha causato dei danni alle persone. Ma questo è un argomento complesso, con le dirigenze delle società che, in sintonia, ritengono che la partita si poteva giocare, interrotta dopo 10 minuti, visto che all’esterno la situazione si era calmata e all’interno dello stadio non c’era nessun problema. Ora la ‘palla’ passa alla giustizia sportiva del Comitato Regionale Toscana Figc-Lnd. Ma, comunque vada, gli ultras continueranno a cantare.