REDAZIONE FIRENZE

Un artista di musica rap può essere censurato?

Alcune canzoni attuali presentano un lessico violento che influisce sui giovani. Si discute sull'opportunità di limitare certe espressioni senza violare la libertà di espressione. La censura su temi sensibili come razzismo e sessismo è giustificata, ma non dovrebbe limitare l'arte. Esempi recenti di censura a Sanremo sollevano dibattiti sull'equilibrio tra libertà artistica e sensibilità del pubblico.

Un artista di musica rap può essere censurato?

FIRENZE

Ad oggi in alcune canzoni c’è un uso di lessico violento, oltre a parolacce, bestemmie e immagini che richiamano la vita da criminale, riferimenti alle armi e alla droga. Tutto questo nell’ultimo periodo sta influenzando i comportamenti di molti giovani. Nei testi è possibile che si incontrino espressioni e parole non raffinate, tanto da far pensare alla possibilità di limitare l’uso di alcune parti di testo, senza che questo influisca sul messaggio. Tutto ciò non dovrebbe però condizionare l’attività di un artista, dal momento che ogni cittadino ha il sacrosanto diritto alla libertà di espressione, come chiaramente scritto nell’Articolo 21 della nostra Costituzione. Resta però fermo il principio che parole o versi che richiamino razzismo, sessismo, violenza in genere debbano essere evitati e/o espressamente vietati. Tuttavia, su argomenti di attualità, è ingiusto usare la censura come una clava e come limite alla Libertà. Un artista deve potersi esprimere a prescindere dalle tematiche e dal pubblico che raggiunge; abbiamo l’esempio recente del Festival di Sanremo dove alcuni cantanti (in particolare Ghali) sono stati “redarguiti” pesantemente per essersi schierati a proposito di temi delicatissimi. Non è il primo caso di censura “sanremese”; una manifestazione che suscita un enorme interesse ha “tagliato” alcuni testi anche in passato, su questioni di linguaggio e buon gusto. In situazioni meno conosciute è stata permessa invece l’espressione di parei scomodi in situazioni altrettanto delicate, ad esempio in un testo di Sfera Ebbasta dedicato al collega Shiva che era stato incarcerato.