ALESSANDRO PISTOLESI
Cronaca

Un dolore senza tregua. I genitori: "Inaccettabile. È il fallimento della società"

Lo sfogo del padre e della mamma: "La lite? Non ha rovinato l’affetto di tantissime persone". Poi sull’omicidio: "Lo hanno lasciato morire solo, pure gli animali stanno accanto al loro ferito".

Lo sfogo del padre e della mamma: "La lite? Non ha rovinato l’affetto di tantissime persone". Poi sull’omicidio: "Lo hanno lasciato morire solo, pure gli animali stanno accanto al loro ferito".

Lo sfogo del padre e della mamma: "La lite? Non ha rovinato l’affetto di tantissime persone". Poi sull’omicidio: "Lo hanno lasciato morire solo, pure gli animali stanno accanto al loro ferito".

"Orribile, inaccettabile. Ma un gesto del genere non è stato capace di rovinare l’affetto enorme e il calore delle tantissime persone che hanno voluto ricordare nostro figlio". Sembra non esserci pace per Maati Moubakir, il 17enne ucciso brutalmente a coltellate all’alba del 29 dicembre dopo una notte trascorsa in discoteca a Campi Bisenzio. Il giorno che doveva essere dedicato solo al ricordo e al dolore è stato infatti macchiato da una lite che niente aveva a che fare con l’omicidio di Maati.

Dolore che si aggiunge ad altro dolore per due genitori che da quel maledetto 29 dicembre si sono visti crollare il mondo addosso. Farid Moubakir e Silvia Baragatti, mamma e babbo di Maati, condannano con forza la lite scoppiata durante la processione funebre per le strade di Certaldo nel corso della quale sarebbe spuntato anche un coltello ("un gesto inaccettabile") ma ci tengono a sottolineare che l’episodio "non è bastato per rovinare un funerale durato dalle 9 alle 14, al quale hanno partecipato tantissime persone che hanno voluto ricordare nostro figlio con grande affetto e calore". Eppure il gesto ha catalizzato l’attenzione di tutti, distogliendo l’attenzione da quello che doveva essere il significato della giornata, ovvero un momento di commemorazione per una giovane vita spezzata dalla furia di chi si è scagliato contro di lui.

"A un certo punto del corteo funebre c’è stato "uno scontro che per fortuna è durato solo cinque minuti ed è stato fermato subito – la ricostruzione dei genitori di Maati –. I protagonisti? Due ragazzi che non conosciamo". Così come ancora non si conoscono né i motivi dell’aggressione né i nomi dei giovani che erano con Maati quella tragica sera: "So con chi è partito con lui da Certaldo ma non sappiamo con chi è rimasto dopo – si sfoga la mamma, Silvia Baragatti –. Maati conosceva tantissima gente dentro a quella discoteca. Trascorrono i giorni, eppure sono ancora qui a farmi le stesse domande: perché l’autista non ha chiamato i soccorsi? Come mai sono stati tutti zitti? Mio figlio è stato ucciso due volte: la prima da chi l’ha accoltellato brutalmente e la seconda dal silenzio e dall’omertà di chi si è voltato dall’altra parte, lasciandolo morire in strada".

Sono le parole di una mamma disperata, ma che non si arrende. Che vuole sapere la verità e chiede giustizia anche per chi avrebbe potuto salvare suo figlio e invece non l’ha fatto. "Questo bambino, questo ragazzino, è stato trovato morto, lasciato solo. Sicuramente ci sarà qualcuno che ha visto, che non lo ha soccorso. Non lo so, ce lo diranno le indagini". E poi l’appello: "Mettiamoci tutti una mano sulla coscienza. Questo è il fallimento della società, dell’umanità, anche gli animali stanno accanto al loro ferito. La mia missione di vita, ora, è avere giustizia per il mio figliolo. Maati non andrà nel dimenticatoio, questa storia non sarà dimenticata".

Alessandro Pistolesi