Nel salotto di Anna Benedetti, Sergio Staino si sentiva libero di commentare fatti e persone. "Eravamo fra amici: lui si apriva, era sincero, a tratti pungente". L’ideatrice della rassegna "Leggere per non dimenticare", diventata negli anni un punto di riferimento della cultura fiorentina perde un amico di tutta la vita. "Non ricordo neppure da quanti anni ci conosciamo, credo da sempre", dice.
"Lui è sempre stato vicino alla mia vita, insieme a Bruna, e io ho fatto altrettanto: siamo sempre rimasti allacciati".
Chi era Sergio?
"Per tutti noi delle generazioni di sinistra Sergio è stato uno che ha trasmesso riflessioni politiche, a volte anche critiche. Mai critiche quanto le mie che dopo essere stata convintamente comunista, dopo la morte di Berlinguer sono diventata anarchica. Per questo a volte mi brontolava bonariamente".
Avete condiviso delusioni?
"Di sicuro nei confronti di un socialismo dell’est europeo che aveva tradito sé stesso".
E le sue vignette che cosa rappresentano?
"Non sono solo bei disegni. Le sue vignette sono pezzi belli di cultura e di politica, che esprimono l’aspetto umano, della grande generosità e dell’impegno di Staino che non si è mai tirato indietro. Era un’entusiasta della vita. Anche quando aveva quasi completamente perso la vista, continuava a esserci e a fare cultura".
Ilaria Ulivelli