"Questo seme gettato lo scorso anno continua a crescere per dire no alla violenza sulle donne non solo il 25 novembre, ma tutti i giorni. Ci vuole un cambio di mentalità e il cambiamento parte da ognuno di noi. Ai ragazzi e alle ragazze presenti in piazza dico: ’siate voi il primo motore del cambiamento’". Così la sindaca di Firenze, Sara Funaro, dall’Arengario di piazza della Signoria dove ieri mattina, per il secondo anno, si è svolto l’evento organizzato dal nostro gruppo editoriale nell’ambito del progetto #QNxLeDonne e del Comune, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
La città di Firenze, pronta ad accogliere la Fondazione Giulia Cecchettin – come ha detto la sindaca lanciando una frecciatina al governo, indirizzata al ministro Valditara – si è mobilitata per gridare in coro "no alla violenza sulle donne": in piazza tanti studenti, associazioni tra cui ’Nosotras’, ’Donna vita libertà Firenze’, ’Vanessa - Volontarie Anpas esperte sportelli antiviolenza’, le donne della Cgil e tanti cittadini, uomini e donne, consapevoli che "questa è una battaglia da fare tutti insieme" come è stato ribadito più volte nel corso dell’evento. In piazza anche rappresentanti delle istituzioni, dalla prefetta Francesca Ferrandino al questore Maurizio Auriemma, il comandante provinciale della Guardia di Finanza Bruno Salsano, l’assessora all’Istruzione, Benedetta Albanese e la console degli Stati Uniti, Daniela Ballard. Ma anche rappresentati del tessuto economico, tra cui Lorenzo Becattini di Firenze Fiera, Aldo Cursano di Confcommercio, Santino Cannamella di Confesercenti, Serena Vavolo di Confartigianato, Alberta Bagnoli di Cna Impresa Donna Firenze.
E poi sindaci, assessori, l’onorevole Federico Gianassi, il coordinatore regionale di Forza Italia Marco Stella. Centinaia e centinaia di partecipanti ai quali Coldiretti Toscana ha donato gerbere gialle, rosse, arancioni, rosa e bianche. Sul palco testimonianze e interventi: come filo conduttore l’importanza delle parole e del loro significato. Non a caso l’evento si è aperto con il testo di ’A bocca chiusa’ di Daniele Silvestri’, diventato uno dei brani simbolo della battaglia da quando accompagna una delle scene clou del film ’C’è ancora domani’ di Paola Cortellesi. "Giornate come queste devono far riflettere quotidianamente, partendo dalle parole e da noi che ricopriamo ruoli apicali, come me, da sindaca: siamo le prime a dover dare l’esempio. Le parole sono fondamentali, perché dietro la violenza di genere ci sono sempre discriminazioni e pregiudizi" ha commentato Funaro, subito dopo l’intervento di Agnese Pini, direttrice di Qn, La Nazione, Il Resto del Carlino e Il Giorno, che ha esortato la platea a fare una battaglia per "l’uso di parole giuste".
"Il cambiamento siamo noi e insieme possiamo costruire un futuro migliore dove le donne non debbano più lottare per la loro dignità, per la loro libertà, anche la libertà religiosa" le parole della scrittrice afghana Saliha Sultan Mohamad chiedendosi "perché in un Paese così emancipato vengono uccise ancora le donne". "I diritti delle donne sono diritti umani" ha ricordato Cristina Manetti, capo di gabinetto della Regione.