Un futuro di uguaglianza. Al via il Festival di Oxfam: "Troppa povertà culturale"

Ospite del primo dibattito, don Luigi Ciotti avverte sui rischi del capitalismo. Oggi si continua con tanti ospiti, da Tito Boeri a Vera Gheno e Lucia Aleotti.

Un futuro di uguaglianza. Al via il Festival di Oxfam: "Troppa povertà culturale"

Don Luigi Ciotti, ospite del Festival, è il fondatore e presidente di Libera

È iniziato con il tutto esaurito la terza edizione del Festival di Oxfam che ieri mattina ha preso il via con il “keynote speech“ di Clara Mattei, l’economista della New School for Social Research di New York che si batte per un futuro di economia sociale da contrapporre a quella del profitto oggi dominante. L’edizione di quest’anno ha come titolo “Creiamo un futuro di uguaglianza“ ed è proprio sulle prospettive legate a modelli più sostenibili, con redditi migliori e con divari tra ricchi e poveri di minore entità che l’organizzazione ha sviluppato i due giorni di dibattiti.

Il primo in programma ha visto partecipare, all’Istituto degli Innocenti di Firenze, Don Luigi Ciotti, presidente e fondatore di Libera, Roberto Barbieri, direttore di Oxfam Italia, Anna Fasano, presidente di Banca Etica, e il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, sui modelli alternativi di impresa.

"Per il consumismo e il capitalismo si deve saper distinguere tra seduttori ed educatori. I seduttori vogliono vendere prodotti, creano mode e dicono con parole scintillanti cose superflue che non riempiono il senso e il significato della vita. Gli educatori, invece, vogliono aumentare la presa di coscienza, vogliono bene ai nostri ragazzi. Quando è caduto il Muro di Berlino, Rosy Bindi parlò di un’Europa che aveva davanti a sé tante possibilità, per poi concludere che aveva vinto il capitalismo, non la democrazia. Aveva ragione, oggi conta più l’avere che l’essere" ha detto don Ciotti.

"In Italia c’è poverta culturale, abbiamo 1,4 milioni di bambini in povertà assoluta, siamo agli ultimi posti in Europa per la dispersione scolastica, noi che siamo la culla della civiltà. Ma c’è anche un analfabetismo di ritorno che inquieta. Dobbiamo fare un discorso e una lettura più ampia su guerre, conflitti e ambiente, che ci chiama tutti in gioco. In Italia abbiamo anche tante leggi disuamane, come quelle sui migranti", ha continuato il fondatore di Libera.

Durante il dibattio ha parlato anche il direttore di Oxfam Italia, Roberto Barbieri, che dice: "La crescita delle disuguaglianze è un fenomeno profondamente nocivo per l’economia e la società nel suo complesso e questo ostacola la mobilità intergenerazionale, mina la prospettiva di sviluppo e la sostenibilità".

Sul versante politico il presidente Giani ha parlato di un’insufficienza delle misure del governo sul contrasto alle disuguaglianze "su quattro temi principali: casa, salute, lavoro e scuola. Le risorse dello Stato non vengono utilizzate per ridurre il divario tra ricchi e poveri".

Anna Fasano, di Banca Etica, ha concluso dicendo che "a livello europeo alcuni passi avanti ci sono. Tra i tanti interventi, le direttive contro il greenwashing e la norma sull’illegalità dell’obsolescenza programmata".

Ma il cartellone del Festival è lungo. Un evento al Cinema la Compagnia ha aperto le danze giovedì alle 19 con Giancane, Piero Pelù, Antonio de Matteo e Paolo Benvegnù. Tanti, poi, i dibattiti che si alterneranno oggi con ospiti rilevanti come Tito Boeri, Lucia Aleotti, Serena Spinelli e Vera Gheno. Il condirettore di Qn, Piero Fachin, modera il panel “Community matching: comunità e rifugiati insieme per un futuro possibile“. I temi spaziano da Gaza al lavoro femminile. E al Cinema la Compagnia (ore 20) la proiezione del documentario “Limits of Europe“ per anticipare il Festival dei popoli, che inizia il 2 novembre. Il programma completo su festival.oxfam.it/programma/

Tutto il giorno Piazza Santissima Annunziata ospita gli stand di Banca Etica e Oxfam e le performance in musica, danza e arti circensi.

Lorenzo Ottanelli