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Un milione per la Pergola. Funaro imbriglia Giorgetti. Salva la stagione di Rifredi

Nel cda verità Palazzo Vecchio "farà la sua parte per consolidare il 2024". Ma per il futuro triennio chiede dettagli su "spese e conti teatro per teatro".

Un milione per la Pergola. Funaro imbriglia Giorgetti. Salva la stagione di Rifredi

Marco Giorgetti, direttore generale Fondazione Teatro della Toscana

di Francesco Ingardia

Paracaduti e paletti. Ossigeno per i lavoratori dell’indotto, semaforo verde per le programmazioni sin qui in stallo e un salvagente lanciato al direttore generale per salvare l’anno. Con un dazio preciso da pagare. Sara Funaro ha fatto sua la tecnica del ’bastone e carota’, plasticamente applicata nei confronti di Marco Giorgetti, sempre più nel mirino e sotto esame.

Il nuovo cda della Fondazione Teatro della Toscana si è insediato, riunito, confrontato. E ha deliberato significativamente, ribadendo la premessa e il minimo comun denominatore a cui tendere che unitariamente tiene insieme il rassemblement di Teatri della Fondazione (Pergola, Rifredi, Era e scuola L’Oltrarno): "Lo status di Teatro Nazionale non è in discussione". Ma per blindare tale ’vincolo esterno’ – e i due milioni e spicci erogati dal Mic erogati come base contributiva – serve garantire "standard quantitativi e qualitativi". Intanto trovando le coperture per consolidare il 2024. E cioè quel milione ballerino balzato alle cronache. "Come Comune di Firenze e Città metropolitana faremo la nostra parte, anche per quello che riguarda la chiusura del 2024", la carota dispensata da Funaro. Su questo, il dg Giorgetti, può dormire sonni tranquilli. Prima però di cantar vittoria, è necessario convocare l’assemblea dei soci. "Abbiamo chiesto al presidente della Regione, Giani, di convocarla il prima possibile. Quella è la sede dove si prendono le decisioni e dove vengono definiti gli stanziamenti", la precisazione tecnica della sindaca.

Una mossa, però, che de facto scongela due teatri in un colpo solo: Era e Rifredi, quest’ultimo al via il 22 novembre. "Le stagioni partiranno – ha rassicurato Funaro –: questa è l’indicazione che abbiamo dato. Non si possono mettere in discussione stagioni che sono state già programmate, ci sono aspettative non solo dei cittadini ma anche dei lavoratori".

Il bastone arriva sulla programmazione del prossimo triennio 2025-27 e sul suo bilancio previsionale, con Palazzo Vecchio che addenta lo spazio di manovra e di intenzioni di spesa di Giorgetti: "Ho chiesto un piano dettagliato con tutte le voci di spesa e di costo, teatro per teatro, e gli interventi di razionalizzazione della spesa, per capire la situazione di ogni realtà, per poi poter impostare il lavoro insieme all’assessore alla Cultura". Una mossa cotta a puntino, con bilaterali pre-cda preparatori tra Funaro e Bettarini, nelle stanze di Palazzo Vecchio, lontani da occhi indiscreti e (legittimamente) spuntati dall’agenda pubblica del Comune, che viene letta dai più maligni come una sorta di ’commissariamento’, lungo il solco di rapporti tutt’altro che idilliaci tra la direzione e la presidenza della Fondazione, mirata a raccogliere materiale sufficiente (di spese extra large) per accompagnare alla porta lo stesso Giorgetti. Un’operazione complessa. Vuoi anche per il nodo liquidazione di un contratto in scadenza nel 2027. Funaro si è presa del tempo per vederci chiaro, consapevole che il dossier dalle mille spine non era all’ordine del giorno dell’assise di ieri. Scegliendo peraltro di espletare appieno le funzioni di presidente del Teatro della Toscana, dopo la dipartita dell’assessore milanese Sacchi: "Per ora sono io la presidente, poi si guarderà".