CARLO CASINI
Cronaca

Un quartiere in lacrime. Veglia a San Frediano: "L’ho visto e ho capito"

Il racconto di una residente che ha dato l’allarme. Le voci della comunità. In serata 250 persone strette nel lutto: "Non possiamo più ignorare i fragili".

Un momento del raccoglimento che i cittadini di San Frediano hanno dedicato ai due scomparsi in piazza Tasso

Un momento del raccoglimento che i cittadini di San Frediano hanno dedicato ai due scomparsi in piazza Tasso

"Il suo colorito mi ha fatto subito pensare al peggio. Era seduto su quella panchina, immobile, rigido. L’ho guardato un attimo e ho capito che qualcosa non andava. Ho chiamato i carabinieri". È una residente di San Frediano una delle prime persone ad accorgersi, ieri mattina, che in piazza Tasso c’era un corpo senza vita. Stava passando di lì con il suo cane quando si è imbattuta nel corpo senza vita. "Sono ancora scossa", racconta aprendo le spalle. Il corpo era quello di Marco, uno dei due uomini morti a poche ore di distanza tra mercoledì e giovedì in quella che per tutti, in quartiere, è la piazza di casa. L’altro era Ciro. Due volti noti, due presenze quotidiane per chi vive e attraversa ogni giorno questo angolo di Oltrarno. Due persone fragili, seguite dai servizi sociali del Comune: Ciro ospite dell’Albergo Popolare, Marco invece più schivo, abituato a vivere in strada ma sempre monitorato dagli operatori. Le loro morti – sulle quali sono ancora in corso gli accertamenti delle autorità – hanno scosso profondamente la comunità di San Frediano. Non solo per la tragedia in sé, ma perché in quei volti tanti abitanti riconoscevano un pezzo di piazza Tasso. Ma la risposta più forte è arrivata direttamente dai residenti, che già ieri hanno affisso lungo i muri della piazza una lettera aperta, un invito alla comunità a non restare indifferente.

"È una notizia che ci colpisce e che non possiamo ignorare. Piazza Tasso è il cuore del nostro borgo: luogo di incontro, di gioco, di passaggio, ma anche di fragilità. Questa pluralità è la sua ricchezza, ma rappresenta anche una responsabilità", si legge. Ieri sera circa 250 persone hanno preso parte alla veglia per i due senzatetto trovati morti in piazza Tasso. Per la gran parte residenti, sempre meno in questo rione, fagocitato dal turismo, ma palpabile la voglia di stringersi, di sentirsi ancora comunità. Lo ha sottolineato il presidente di Quartiere 1 Mirko Ruffilli. E anche l’ omologo al Quartiere 4 Dormentoni, che questa resta una piazza di confine amministrativo.

"La comunità che vive questa piazza si stringe intorno a queste persone, abbiamo bisogno di questo, una collaborazione tra cittadinanza e istituzioni", concorda. Presente anche la vicepresidente della Regione Saccardi, residente del quartiere: "È sempre triste vedere persone che muoiono in queste condizioni, questa è una città che dell’accoglienza ha fatto un punto della propria ragion d’essere. È importante che le persone si siano radunate in maniera spontanea e anche io ho voluto esserci".

Tra le altre istituzioni presenti, gli assessori comunali Paulesu e Sparavigna, e il consigliere di Spc Palagi. Un confine non solo amministrativo, la piazza: passa una linea netta che separa la San Frediano di chi ha tanto da quella di chi non ha niente, degli ultimi. Una beffa nel rione dei ricordi pratoliniani. Perché ciò che sconcerta è la doppia faccia di questo pezzo di centro in Oltrarno: da una parte c’è quella San Frediano eletto da Lonely Planet "il quartiere più cool del mondo", della vita mondana, la Firenze da bere; dall’ altra due uomini morti soli, su una panchina, in mezzo a questa socialità tanto scintillante e artificiale. E a questo ritrovo si sono uniti anche i senza fissa dimora che li conoscevano, che non solo la piazza la vivono, ma ci vivono.

"Ieri sera - mercoledì, ndr - alle 19 eravamo insieme – racconta piangendo Dariush Keremati, che ieri mattina ha trovato morto Marco –.Ci conoscevamo da 8 anni, eravamo amici. “Domattina ci vediamo qui, mangiamo un dolcino insieme per colazione“, ci si era detti. Stamani - ieri, ndr - era rigido, a sedere... Subito ho urlato a una signora che conosco che ha chiamato i soccorsi ma era già morto. Come facciamo a vivere così? Senza coperte, senza bagno. Perché non lo hanno tenuto all’ albergo popolare?", chiede.

Rossella ConteCarlo Casini