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Un secolo e mezzo di cassettai "Siamo le sentinelle di Firenze Quanto mondo ci passa davanti"

Sono quattordici e presidiano i luoghi più frequentati dai turisti, anche con il solleone a 40 gradi "Dai souvenir di legno alle diapositive fino all’era digitale: ecco come è cambiata la città".

Un secolo e mezzo di cassettai   "Siamo le sentinelle di Firenze  Quanto mondo ci passa davanti"

Un secolo e mezzo di cassettai "Siamo le sentinelle di Firenze Quanto mondo ci passa davanti"

Sono quattordici a Firenze, in altrettante postazioni e sparsi per gli angoli più noti e frequentati dell’area Unesco dal Duomo a piazza Signoria, da Santa Croce, fino al piazzale Michelangelo. Sono i cassettai, che oggi hanno dei banchi, ma così chiamati perché hanno iniziato più di un secolo e mezzo fa con la cassetta al collo, come la piccola fiammiferaia. Forse invisibili ai fiorentini, ormai immuni alla bellezza della propria città, ma ben noti ai turisti, assetati di tanta meraviglia, desiderosi di imprimersi nella mente e negli occhi il più possibile di quel luogo magico che dovranno visitare in una manciata di giorni.

"I cassettai sono un gruppo di venditori su area pubblica, quindi ambulanti, che nasce ufficialmente nel 1909: c’è una licenza di quell’anno che conserviamo, nella quale c’è scritto proprio ‘turno cassettai’ – racconta Marcello Mini, cassettaio e segretario dell’associazione che li riunisce –. Verosimilmente nascono però alla fine dell’800 con il diffondersi della cartolina fotografica. Da lì in poi diventano i venditori per eccellenza dell’editoria turistica: guide e successivamente libri fotografici su Firenze. Perché l’editoria turistica nasce proprio qui; le case che diventano importanti a livello mondiale sono fiorentine:

Bonechi e Giusti di Becocci, fanno la loro fortuna con pubblicazioni turistiche che vengono vendute proprio dai cassettai, in quanto editoria minore che non trovava spazio in libreria. Con i proventi di queste vendite, si fanno pubblicazioni più specifiche nell’arte". Cominciano con le cartoline, come un cerchio che si chiude, nel paradosso dell’evoluzione tecnologica, alle cartoline sono tornati: "C’è stato il periodo delle diapositive, tramontate con l’era digitale. Oggi rimaniamo ancorati alla vendita delle guide turistiche e del libro fotografico. Abbiamo rilanciato poi la cartolina d’autore illustrata di pittori fiorentini o passati da Firenze, che sostituisce la fotografica. Come Associazione cassettai di Firenze, abbiamo fatto una pubblicazione sulla storia della cartolina – che è la nostra storia – che presenteremo a settembre, già edita grazie alla Fondazione Cr Firenze e alle organizzazioni sindacali".

Estate e inverno sotto il sole o la pioggia o al vento: "Il cassettaio è un lavoro che se non ti piace, non lo puoi fare. Ci sono tante resistenze da vincere, prima tra tutte le condizioni metereologiche. Però da ‘casa tua’ vedi passare il mondo, tante di quelle persone, ognuna con le proprie caratteristiche, che è veramente affascinante. Io sono un cassettaio anomalo, lo faccio da dieci anni, questo a testimonianza che non è un circolo chiuso: è vero che è un’attività che si è sempre tramandata di padre in figlio, di nonno in nipote, ma spesso ci sono new entry. Spesso vi entra chi ha orbitato intorno: io per esempio ero un fornitore. Poi a 52 anni capii che volevo passare da quest’altro lato; così come ci sono alcuni cassettai che ora sono diventati nostri fornitori".

Carlo Casini