SANDRA NISTRI
Cronaca

Un uomo aperto: "Con Francesco potevi parlare di tutto"

Monsignor Paolo Bizzeti: "Spero nella continuità"

Monsignor Paolo Bizzeti aveva ricevuto. dal Pontefice appena scomparso, nell’agosto 2015, l’incarico di vicario dell’Anatolia

Monsignor Paolo Bizzeti aveva ricevuto. dal Pontefice appena scomparso, nell’agosto 2015, l’incarico di vicario dell’Anatolia

"Un uomo che è riuscito a riaprire dei canali che erano chiusi da tempo, con la gente ma anche con le altre religioni". Una ‘fotografia’ efficace quella che monsignor Paolo Bizzeti dà di Papa Francesco, con il quale ha avuto un rapporto particolare. Proprio il Pontefice appena scomparso, infatti, gli aveva affidato, nell’agosto 2015, l’incarico di vicario dell’Anatolia cui il vescovo era arrivato come successore di monsignor Luigi Padovese barbaramente ucciso nel 2010. Incarico lasciato nel novembre scorso da Bizzeti affidando la sua rinuncia ancora nelle mani del Papa.

"L’aspetto molto bello di Papa Bergoglio – racconta – era il fatto di essere un uomo molto aperto con il quale si poteva parlare di tutto, non era un uomo di Curia ingessato, era una persona con la quale, prima di tutto, ci si poteva sentire in familiarità. Ha sempre messo a suo agio i suoi interlocutori, questo l’ho constatato anche in occasione della visita ad limina, un uomo con una straordinaria capacità di empatia".

Una figura sicuramente carismatica, capace di indicare vie diverse anche in termini di dialogo fra le diverse religioni: "La linea di Papa Francesco in questo senso è stata precisa – aggiunge Bizzeti – cerchiamo di stabilire dei contatti in modo tale da mettersi d’accordo su alcuni punti fondamentali per un’azione comune perché c’è un problema comune. Troviamo una sintesi su alcuni aspetti fondamentali, per esempio non si può nominare il nome di Dio per giustificare una guerra. Su questo ha trovato sensibilità anche su altre sponde. Questa mi sembra una operazione estremamente nuova e intelligente perché non è più il dialogo interreligioso classico ma è il tentativo di dire che tutte le religioni possono avere in comune dei punti, in modo da poter avere un fronte unico contro i poteri di questo mondo che tendono ad utilizzare anche le religioni per i loro scopi. In questo senso va anche l’accordo di Abu Dhabi, siglato nel 2019 con il Grande Imam di Al Azhar, che ha scandalizzato parte del mondo cattolico perché dicevano che il rischio era quello di perdere la nostra identità cristiana. Niente di tutto questo. Il Papa diceva che occorreva allearsi su punti comuni in modo da non essere strumentalizzati a fini politici, economici o anche culturali e questo è un cambiamento importante".

Un obiettivo comune come il mantenimento del bene prezioso che è la pace: "La speranza – conclude il vescovo Bizzeti – è che chi arriverà dopo Papa Francesco prosegua sulla linea che lui ha tracciato, su questi temi ma anche rispetto alla conservazione della casa comune espressa nella sua enciclica Laudato sì. Non sarà facile trovare qualcuno che abbia la sua capacità comunicativa, ma visto che l’80% dei cardinali è stato nominato proprio da Bergoglio l’auspicio è che possa esserci una continuità".

Sandra Nistri